La nuova richiesta di prestiti da parte della Spagna ha fatto scattare l'allarme nell'Eurozona. Da una parte c'è l'atteggiamento favorevole di sostegno verso le banche spagnole, dall'altra la paura di un possibile contagio che potrebbe coinvolgere anche l'Italia e che fa tremare tutti i Paesi Ue. I tempi per salvare l'euro sono stretti e a sottolinearlo è stato anche il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) Christine Lagarde che, in un'intervista alla Cnn, ha affermato che se saranno necessarie nuove misure è bene intervenire il più rapidamente possibile, "in meno di tre mesi".
Anche se Lagarde ha subito dopo precisato "non sto fissando un termine ultimo entro il quale tutta la situazione debba sbrogliarsi", ciò che appare evidente in questi giorni è che l'Europa ha bisogno di una risposta veloce e decisiva. I nuovi prestiti "salva Spagna" e l'incertezza della situazione greca pesano enormemente sul futuro dell' euro e, come ha sottolineato il direttore del Fmi, i mercati hanno bisogno di una risposta concreta alla crisi perché il loro andamento dimostra che "ritengono" si stia agendo "troppo lentamente".
L'Italia in particolare appare il Paese più preoccupato. È il New York Times a "pronunciare" le domande che tutto il mondo politico e economico internazionale si chiede: ce la farà l'Italia o sarà la prossima a cadere? Intanto l'annuncio dei prestiti destinati alle banche spagnole ha fatto crollare quelle nazionali. I maggiori istituti italiani hanno perso molti punti ieri e con la conclamata crisi della Spagna appaiono sempre più deboli.
Due sono in particolare gli aspetti su cui grava il bilancio delle banche italiane: da una parte il peso dei titoli di Stato e dall'altra le sofferenze creditizie. I primi ammontano ormai a 294 miliardi di euro ed espongono in modo sostanziale le banche al rischio-Paese, le seconde, invece continuano ad aumentare a causa della recessione e si parla ormai di 109 miliardi (cifra lorda). Questi prestiti la cui riscossione rimane dubbia, potrebbero significare un grave perdita per tutti gli istituti italiani.
La situazione dell'Europa appare ora più che mai incerta e la crisi dell'euro fa paura. Saranno (probabilmente) l'esito delle elezioni in Grecia, i risultati degli aiuti alla Spagna e le scelte dei politiche dei Paesi Ue e i possibili nuovi prestiti da parte della Bce nel mese di luglio (dopo il vertice del G20 in Messico il 18-19 giugno) a determinare le sorti di tutta l'Eurozona.