Il Gruppo Credem, nato nel 1910 con il nome di Banca Agricola Commerciale di Reggio Emilia, presente con la sua offerta di prestiti e non solo in 16 regioni, ha ricevuto da Banca d'Italia l'autorizzazione all'utilizzo dell'Internal Rating Based per determinare i requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di credito di Credito Emiliano e Credemleasing, sia verso clientela corporate che retail.
Credem ha acceso all'Internal Rating Based: cos'è?
Il nuovo Accordo sul Capitale, il cosiddetto Basilea 2, e la direttiva 2006/48/CE riguardante l'accesso all'attività degli enti creditizi, prevedono che le banche abbiano 3 diversi metodi per il calcolo della copertura patrimoniale minima obbligatoria a fronte del rischio di credito:
-
il metodo dei rating interni (Internal Rating Based): si presenta in due tipologie, di base e avanzato. La Banca d'Italia, dopo aver verificato un insieme di requisiti concede alle banche l'autorizzazione all'utilizzo dei metodi IRB per il calcolo dei requisiti patrimoniali.
Nei metodi Internal Rating Based, che interessano anche Credem, le banche effettuano internamente valutazioni su coloro che hanno richiesto un prestito e stimano il capitale necessario a coprire la massima perdita che potrebbe registrarsi in un dato periodo di tempo con una certa probabilità. Poi vengono calcolati dei coefficienti di ponderazione tenendo conto di specifici parametri, ma si andrebbe troppo nel dettaglio risultando poco comprensibili ai non addetti ai lavori.
DA LEGGERE: Prestiti previdenziali: arrivano 7,5 mln per i pensionati sardi
Quale sarà il futuro di Credem?
Quantificare l'impatto che questa autorizzazione di Banca d'Italia avrà, è ancora presto: sottolineiamo però che, fino a giugno di quest'anno, Credem ha aumentato i prestiti alla clientela del 5,3% e del 20,3% negli ultimi cinque anni (giugno 2010 – giugno 2015), raggiungendo i 21,5 miliardi di euro. Il Gruppo emiliano ha anche mantenuto la qualità dell'attivo ai vertici del sistema bancario: le sofferenze sugli impieghi si attestano a 1,7% (dato a fine giugno 2015) rispetto al 4,6% della media di sistema.