Quando ci si rivolge ad una banca oppure a un istituto di credito per ottenere della liquidità extra, oltre alle condizioni e ai costi, bisogna anche chiedersi cosa succede se non si pagano le rate del finanziamento nei tempi e nei modi previsti dal piano di rientro. Infatti, nonostante le condizioni particolarmente vantaggiose del mercato creditizio abbiamo spinto molti italiani a rivolgersi nuovamente alle banche, sono ancora molti coloro che - anche a distanza di pochi mesi dalla sottoscrizione del finanziamento – si rendono conto di non riuscire a rispettare l'impegno preso.
Se quindi anche tu hai richiesto un prestito e temi di non riuscire a pagare una o più rate nei prossimi mesi, leggendo quest'articolo potrai farti un'idea non solo delle conseguenze che dovrai affrontare, ma anche avere qualche utile suggerimento per limitare questa spiacevole situazione. Ricorda però che prima di richiedere un prestito, conviene sempre valutare con estrema attenzione tutte le condizioni contrattuali eri chiedere maggiori informazioni o chiarimenti in caso di dubbi.
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Rate non pagate: quali sono le conseguenze?
Se nonostante le tue buone intenzioni, ti rendi conto di non riuscire a pagare una o più rate potrai affrontare delle conseguenze diverse a seconda della banca scelta. Sappi che già dopo un primo ritardo riceverai sicuramente dei solleciti. Nel caso in cui non procederai subito al pagamento è probabile che ti venga applicata una mora, ovvero degli interessi maggiorati rispetto a quelli previsti al momento della sottoscrizione del contratto. Altre banche – ma solo alcune - prevedono già dal ritardo accumulato sulla prima rata la segnalazione presso la Centrale Rischi (CRIF) come cattivi pagatori, compromettendo così le possibilità di ottenere nuovi finanziamenti in futuro.
Le conseguenze diventeranno decisamente più gravi se continuerai a non pagare altre rate e quindi ad accumulare nuovi ritardi, in questo caso la banca potrà anche intraprendere le vie legali che, nella maggior parte dei casi, prevedono il recupero forzato della cifra maturata. Ovviamente le conseguenze variano in base alle somme considerate e alla posizione finanziaria del richiedente Tuttavia nulla ha conseguenze definitive perchè anche per la segnalazione al CRIF è prevista la cancellazione automatica. Ad esempio per i finanziamenti rimborsati completamente la cancellazione avviene dopo 36 mesi.
Italiani in affanno con il pagamento di rate e bollette
Nonostante le pesanti conseguenze, sembra che in Italia il numero di finanziamenti richiesti e poi non rimborsati sia davvero elevato. Una tendenza che accomuna non solo le rate di prestiti e finanziamenti, ma anche i mutui e le bollette. Secondo i dati emersi da una ricerca condotta dall'Unirec, l'Unione nazionale delle imprese di recupero crediti, su mutui, bollette, prestiti e rate non pagate: l'importo totale nel 2015 ha raggiunto i 58,9 miliardi di euro, ovvero il 3,6% del prodotto interno lordo.
Un fenomeno molto preoccupante che si estende a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale, con una maggiore incidenza soprattutto in alcune regioni. In questo ultimo anno sono stati effettuati maggiori interventi di recupero crediti in Campania, Lazio, Sicilia e soprattutto in Lombardia dove sono state gestite più di 6 milioni di pratiche, per un valore di oltre 9 miliardi di euro. Il problema accede nuove riflessioni sulle modalità previste dagli interventi di recupero crediti. Un passo avanti è stato fatto lo scorso febbraio con il disegno di legge firmato della senatrice Lucrezia Ricchiuti che riconosce la piena legittimità alle società di recupero crediti di svolgere il proprio lavoro anche con gli enti locali.