La crisi continua a colpire pesantemente le famiglie italiane il cui potere d'acquisto nei primi tre mesi dell'anno, tenuto conto dell'inflazione, è diminuito dell'1% rispetto al trimestre precedente e del 2% rispetto allo stesso periodo del 2011. A fornire questi dati sulla situazione economico-finanziaria delle famiglie italiane è l'Istat.
Diminuzione del potere d'acquisto significa riduzione del reddito disponibile: in media l'istituto ha calcolato che una famiglia italiana spende circa 2.488 euro (affitto incluso) ogni mese a fronte di un reddito di 2.480 euro. Questo significa che se le spese fisse sono rimaste generalmente stabili, si deve necessariamente tagliare sui consumi secondari, che risultano in forte calo.
Davanti a questi dati Istat, non stupiscono le rilevazioni dell'Osservatorio Findomestic, società specializzata nell'erogazione di prestiti personali, che individuano un bassissimo grado di fiducia (3,2 punti su una scala che va da 1 a 10) da parte degli italiani rispetto alla situazione economica attuale.
La diminuzione del potere d'acquisto non riesce a far tornare a decollare i consumi anche dei beni durevoli, così, nonostante aumentino le intenzioni di acquisto di elettrodomestici, elettronica di consumo, auto nuove, mobili e ristrutturazione casa, le famiglie devono comunque fare sempre i conti col portafoglio e decidere quali spese affrontare e quali consumi tagliare.
Intanto il Paese, secondo l'Istat, pur subendo in ogni regione gli effetti della crisi, appare spaccato in tre : il Nord rimane il più ricco, ma consuma più quello che guadagna, il Centro è in perfetto equilibrio tra guadagni e spese, mentre il Sud ha il reddito più basso, ma anche la più alta propensione al risparmio.