Chiedere un prestito in Italia o in Spagna costa molto più che in Germania. A rivelarlo gli ultimi dati diffusi dalla Banca Centrale Europea, che registrano un ulteriore gap tra i tassi pagati dai cittadini italiani e spagnoli per mutui e prestiti e quelli versati dai tedeschi, arrivati ormai ai minimi storici. Un divario "impressionante", come lo ha definito il membro tedesco del board Bce, Jorg Asmussen, e che trova spiegazione nelle differenziali sui titoli di Stato.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Bce, le piccole e medie imprese pagano prestiti fino a un milione di euro e con durata fino a cinque anni a un tasso del 6,5% in Spagna e del 6,24% in Italia, contro il 4% versato dalle imprese tedesche. Per le pmi italiane lo spread, infatti, ha raggiunto i 224 punti base e per quelle spagnole i 250 punti.
La situazione non cambia se si considerano tutte le altre imprese che richiedono un prestito: a luglio il tasso medio e' stato pari in Germania al 3,07%, in Spagna al 3,76% e in Italia al 3,59% (superiore al 3,3% del 2011). Non sono più bassi, infine, i tassi sui mutui, che ammontano al 3,1% in Germania, al 3,34% in Spagna e addirittura al 4,23% in Italia (contro il 3,58% dello scorso anno).
La situazione poi non migliora se si considerano i prestiti ai privati. Ad esempio gli italiani che vogliono comprare casa sono costretti a pagare un tasso di 113 punti base superiore a quello di un tedesco. Si tratta di squilibri che derivano dai costi di rifinanziamento delle banche. I mercati, infatti, prestano denaro agli istituti con tassi legati, piuttosto che ai bilanci, alla nazionalità e agli spread sovrani.