Notizie ancora negative per famiglie e imprese sul fronte dei prestiti. Ad affermarlo è Bankitalia che, a febbraio ha rilevato che tasso di crescita sui 12 mesi dei finanziamenti al settore privato (corretto per tener conto delle cartolarizzazioni cancellate dai bilanci bancari) è calato all'1,3% dall'1,7% di gennaio. Gli effetti della stretta,creditizia su famiglie e imprese, quindi, non sembrano essere ancora finiti.
Dopo i dati Crif, che hanno evidenziato una contrazione generalizzata dell'importo di tutti i tipi di prestiti nel mese di febbraio, la notizia di Bankitalia arriva a confermare una situazione economica particolarmente difficile per le famiglie italiane. Se da una parte la crisi e la mancanza di certezze sul fronte occupazionale hanno abbassato gli importi sia dei prestiti personali che di quelli finalizzati, dall'altra le banche continuano a non erogare con facilità le somme richieste, non aiutando famiglie e imprese.
Nella nota diffusa da Banca d'Italia insieme ai dati si legge: "Il rallentamento è spiegato principalmente dalla diminuzione del tasso di crescita dei prestiti alle società non finanziarie (0,9 per cento dall'1,4 di gennaio), mentre il tasso di crescita dei prestiti alle famiglie flette in misura leggermente inferiore (2,7 per cento dal 3,1)".
Mentre il tasso di crescita dei prestiti è in calo, Bankitalia registra, invece, una crescita annuale dei depositi del settore privato che a febbraio ha registrato un + 0,5%, in aumento rispetto al valore negativo (-0,7 %) di gennaio.
A febbraio è diminuito anche il tasso di crescita delle sofferenze (senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche), passando dal 17,9% di gennaio al 16,6%. Anche i tassi di interesse sui nuovi prestiti concessi alle società non finanziarie sono diminuiti al 3,80%, rispetto al 4,06% di gennaio. A diminuire maggiormente sono i prestiti superiori a 1 milione di euro, che passano dal 3,47% di gennaio al 3,09 di febbraio, mentre per i finanziamenti di importo inferiore calano meno (da 5,01% di gennaio a 4,96 di febbraio).