Gli italiani negli ultimi tre anni sono diventati sempre più poveri e rivolgersi alle banche per richiedere prestiti è diventata una pratica diffusa per pagare le spese di tutti i giorni. Secondo i dati forniti dal supplemento al Bollettino economico della Banca d'Italia, la ricchezza netta delle famiglie, che si ottiene sommando le attività reali con quelle finanziarie al netto delle passività (mutui, prestiti…), dal 2007 alla fine del 2010 ha registrato una diminuzione del 3,2%.
Gli effetti della crisi, col passare degli anni, si sono fatti sempre più sentire e solo nel biennio 2009/2010 la ricchezza complessiva, in termini reali, è calata dell'1,5%. Da questi dati emerge, inoltre, che le risorse economiche non appaiono uniformemente distribuite tra le varie fasce di popolazione, ma risultano concentrate tra pochi: a giugno del 2008 le risorse delle delle famiglie meno ricche rappresentavano solo il 10% della ricchezza totale, mentre il 10% delle risorse economiche delle famiglie più ricche costituiva ben il 45% della ricchezza complessiva.
In questo quadro disomogeneo di distribuzione delle risorse, la maggioranza delle famiglie italiane può disporre di livelli di ricchezza molto bassi o addirittura nulli. Per far fronte ai pagamenti di molte spese in tanti sono costretti a ricorrere a prestiti, anche se si registra un atteggiamento prudente nei confronti dell'esposizione finanziaria. Se i timori per la situazione futura hanno visto un calo della richiesta di mutui, che negli ultimi due anni ha visto una crescita solo del 2% (contro il 16% che si era registrato tra il 1995 e il 2009), i prestiti personali, cioè i prestiti che ciascuno può richiedere a un istituto di credito senza dover giustificare una finalità precisa, sono aumentati del 12% circa, una percentuale molto più alta rispetto alla variazione annua media che si è registrata tra il 1995 e il 2009, che corrispondeva al 3%. Questo dato in particolare, unito anche alla forte decelerazione dei prestiti finalizzati che dal 20,5% del periodo 1995/2009 sono passati al 4,8% negli ultimi due anni, mostra come la richiesta di prestiti delle famiglie italiane si sia rivolta soprattutto verso i pagamenti di spese utili e necessarie, mentre i prestiti finalizzati agli acquisti, così come il mercato dei consumi in generale, sono calati, segno di una propensione alla prudenza nelle proprie attività finanziarie e nelle proprie spese.
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