Da una parte ci sono le imprese, preoccupate degli effetti negativi che potrebbe avere una stretta del credito, dall'altra le banche, che, invece, affermano di non aver mai smesso di sostenere le aziende. Quale sia la posizione "giusta" da cui guardare la situazione non è facile a dirsi, certo la difficile situazione che sta attraversando il mercato dei prestiti è un dato di fatto.
Tra le imprese aleggia un clima di amaro pessimismo, ma il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini è voluto intervenire "a favore" degli istituti bancari. Il direttore dell'associazione, in un'intervista concesso ad Affari&Finanza (inserto economico del quotidiano La Repubblica) ha infatti affermato che, nonostante la crisi di liquidità abbia colpito anche le banche, queste ultime non hanno comunque "mai fatto mancare il credito alle imprese". Sabatini non ha nascosto che si tratti di un periodo difficile anche per le banche, tuttavia ha voluto precisare che gli istituti di credito non hanno mai smesso di sostenere con prestiti e finanziamenti le imprese. "Durante la crisi il credito non si è mai ridotto - ha detto il direttore dell'Abi - c'è stato solo un rallentamento nel tasso di crescita dei prestiti alle imprese, tasso che a dicembre è stato del 4,1%.
Le cause di questa contrazione sono da individuarsi nel fatto che le banche italiane, a causa dell'acuirsi della crisi, non ricevono più una parte dei finanziamenti dall'estero per la mancanza di fiducia nel nostro Paese e nell'Europa in generale. Le banche italiane, quindi, che in questo momento hanno le loro entrate maggiori dai risparmi dei cittadini, stanno mostrando una maggiore prudenza e responsabilità nell'erogazione di prestiti alle imprese. Il rischio nel concedere prestiti è infatti aumentato, come ha fatto notare Sabatini, dal momento che "il rapporto tra sofferenze lorde, cioè i crediti il cui pagamento è in ritardo e il totale dei prestiti […] è al 6%. Nel 2008 era solo al 3%, la metà." Risultato di tutto questo per le imprese: ottenere un prestito è diventato sempre più una chimera.
Considerando "le ragioni" di entrambi, ciò che ci si può auspicare, intanto, è che in vista dell'arrivo di un'altra ondata di liquidità per le banche italiane a fine febbraio, gli istituti siano meno restrittivi nella concessione di prestiti e che la morsa della stretta del credito che sta colpendo molte imprese del nostro Paese possa quindi allentarsi.