Bacino di utenza non ancora sufficientemente esteso, mancanza di progettualità, sostanziale incapacità di intervento: queste le principali criticità che stanno al momento attanagliando il gruppo Mediaset, stretto dalla morsa della crisi economica ed incapace di elaborare validi piani di crescita.
In un contesto generalmente poco positivo - il titolo in borsa ha perso in un solo giorno oltre 10 punti percentuali - risalta in particolare la congiuntura negativa che sta interessando l'offerta pay tv progettata dai tecnici del gruppo.
Ad oggi il Biscione può contare su circa 3 milioni di utenti pay, ma di questi solo due terzi risultano abbonati al pacchetto Mediaset e dunque potenzialmente recettivi rispetto a possibili piani di offerta; il restante terzo risulta infatti possessore di carte prepagate che presto perderanno di validità e dovranno essere riattivate dagli utenti.
Ad onor del vero il gruppo di Berlusconi ha già elaborato una strategia di recupero di sostenibilità dell'asseto pregresso, ma non esiste alcun tipo di garanzia su quali saranno le effettive risultanze del progetto pianificato.
A rendere ancor più complicato il quadro il fatto che il mercato stia attraversando una fase estremamente "liquida", priva cioè a dire di solide certezze. La crisi sta tutta nei numeri: diminuiscono gli introiti derivanti dalla pubblicità e con questi quelli derivanti dalle pay tv.
"Il 2012 si sta rivelando un anno davvero nero - ha spiegato al riguardo il direttore di It Media Consulting, Augusto Preta - Mediaset e Rai assieme hanno perso in un anno 450 milioni di ricavi. Ma anche Sky è arretrata, seppure di 25 milioni. E anche questo dato nasconde a sua volta l'azione di fattori contrastanti: la pay di Sky è infatti arretrata di oltre 40 milioni in termini di ricavi, più per effetto del calo dei prezzi che della perdita di utenti. Ma una metà di quella perdita è stata compensata dalla pubblicità" (dichiarazioni riportate dal portale Repubblica.it).
In definitiva Mediaset (ed anche Rai) perdono spot ed introiti, mentre il resto dei competitors hanno perdite contenute e comunque compensate dai proventi pubblicitari. In una situazione di profonda incertezza i principali protagonisti del mercato stanno cercando nuove soluzioni - Sky ha ad esempio già messo a punto un sistema grazie al quale sarà possibile acquistare i propri programmi via Internet visualizzandoli poi su tavolette, smartphone e pc anche in mancanza di un abbonamento (si tratta di un servizio al momento disponibile solo in Gran Bretagna) - a fronte di aziende come Mediaset, inerti ed incapaci di reagire.
Per il gruppo guidato dall'ex premier sarà fondamentale capire verso quale direzione si espanderà il mercato tentando poi di cavalcarne l'onda; altrettanto importante sarà però comprenderlo in fretta, il rischio di finire definitivamente ai margini è dietro l'angolo.