Mediaset si trova ad affrontare un periodo piuttosto difficile. Il primo tasto dolente riguarda gli ascolti, che sono nettamente in calo, in modo particolare per quei programmi che hanno realizzato ottime performance per lungo tempo ma che ora hanno inevitabilmente raggiunto un eccessivo livello di ripetitività. È il caso, per esempio, del Grande Fratello. Ad abbattersi su Mediaset e sulla sua situazione già abbastanza critica ci hanno pensato anche lo stop alla gara sulle frequenze, il Beauty Contest, e la contrazione delle pubblicità presenti sulle reti, che nei primi nove mesi del 2011 sono calate del 2,9%.
Questi fattori potrebbero provocare un rischio di tracollo per la holding di Arcore, che mai aveva dovuto fronteggiare una situazione simile dal '95. I titoli Mediaset a Piazza Affari hanno registrato un calo, nonostante negli ultimi giorni ci sia stata una lievissima ripresa. Il titolo ha infatti ripreso un po' a respirare, salendo del 6% da inizio anno e del 23% dai minimi di novembre, quando il socio di riferimento, Silvio Berlusconi, ha abbandonato la carica di presidente del Consiglio.
Ma il colpo "di grazia" per la società di Cologno è stato determinato dalla pay tv. Il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, qualche anno fa, aveva puntato gran parte delle sue risorse proprio sul digitale, con l'obiettivo di contrastare l'enorme successo che Sky iniziava a riscuotere. L'investimento di Mediaset in questo campo ha comportato una spesa pari a quasi 1,5 miliardi di euro, mirando ad un pareggio nel 2011. Pareggio che in realtà non è mai arrivato: nel 2011 Mediaset Premium dovrebbe aver chiuso con un passivo, secondo le stime degli analisti, superiore ai 50 milioni. E per il 2012 è invece Mediobanca a fare una stima: un rosso di 80 milioni.