La pay tv via internet in Italia non è ancora molto diffusa, ma gli operatori del settore scommettono in un suo exploit non troppo lontano nel tempo. La strada che sembra offrire più opportunità di sviluppo è l'offerta cinema, che si adatta molto bene alle caratteristiche del servizio on demand.
Quante volte, infatti, vi è capitato di non sapere cosa guardare in tv e aver voglia di un film nuovo, o del vostro cult preferito da rivedere per la centesima volta. Avere la pay tv on demand significa poter scegliere all'interno di una vera e propria "videoteca", anziché rimanere legati al palinsesto della tv tradizionale, spesso poco vario e poco attento al cinema.
Ecco perché il piatto sta diventando ricco e attrae sempre più soggetti editoriali. Dopo Sky on Demand, forte del predominio di Sky sull'intero settore pay tv, e Chili Tv, spin off di Fastweb che avrà all'attivo 2 mila titoli entro fine anno, arriva anche la piattaforma di Anica.
L'Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e multimediali sbarcherà in autunno, con un nome ancora da definire, fra le proposte del cinema on demand. Il Presidente Riccardo Tozzi (che è anche a capo di una delle più importanti case di produzione cinematografica, Cattleya, e ha lavorato a lungo in Mediaset) ha recentemente confermato la notizia: "Abbiamo superato finalmente i problemi che ci impedivano il lancio: molte case di distribuzione avevano infatti accordi esclusivi con emittenti televisive".
Si fa strada dunque un'alternativa italiana ai canali di distribuzione online già presenti e quasi totalmente stranieri (in testa Apple con iTunes, Microsoft con Xbox e Sony con Playstation). Il suo indubbio vantaggio sarebbe quello di sfruttare la posizione "istituzionale" nel mondo del cinema e il rapporto privilegiato con le case di produzione cinematografica.
La vera sfida è tecnologica: i concorrenti hanno investito molto nella portabilità dei contenuti. Un film acquistato on demand su Sky o Chili Tv può essere visto sul pc, in tv e sul tablet, Anica dovrà fare almeno altrettanto. Di sicuro la nuova arrivata non teme che questa operazione possa danneggiare il cinema tradizionale, quello da biglietto, poltrona in sala e popcorn, a cui i cinefili non rinuncerebbero mai. Le previsioni sono positive, perché analizzano le ricadute positive sull'intero settore: dai 20 milioni di euro guadagnati nel 2011 si arriverebbe a 600 nel 2016. Buona visione!