Il Ministero dello Sviluppo Economico ha assegnato in via definitiva le nuove frequenze tv del digitale terrestre. Complessivamente le emittenti nazionali e locali hanno a disposizione 19 frequenze, di cui 16 in DVBT (Digital Video Broadcasting Terrestrial, ovvero il sistema del digitale terrestre) e 3 in DVBH (dove la H sta per Hand-held, a indicare la trasmissione del segnale televisivo su dispositivi portatili come smartphone e tablet).
Delle 16 frequenze standard, 4 sono andate rispettivamente a Rai e Mediaset, 3 a Telecom Italia Media e 5 ai restanti soggetti. Si tratta di un passaggio obbligato relativo al completamento dello switch off in tutto il territorio nazionale, sancito dalla legge 34 del 2011 e dalla delibera Agcom 181 del 2009.
Altre 6 frequenze saranno presto assegnate tramite il famoso "beauty contest", ovvero la gara ad offerta economica indetta dal Governo che ha suscitato numerose polemiche. Entro agosto l'Agcom dovrà emanare le direttive di attuazione per procedere con l'assegnazione.
Come stabilito dall'Authority, i diritti d'uso delle nuove frequenze valgono per 20 anni, per permettere alle emittenti di ammortizzare gli investimenti compiuti per lo sfruttamento delle frequenze. Un periodo così lungo, tuttavia, non è conciliabile con la necessità di liberare 800 Mhz per l'LTE (Long Term Evolution), ovvero per la banda larga mobile. Gli operatori del settore hanno già pagato le frequenze e l'Ue preme perché l'Italia si impegni nella diffusione della banda larga anche su dispositivi portatili.