Unicredit ha diffuso un comunicato stampa nel quale afferma che i nuovi contratti lavorativi previsti dal Jobs Act saranno del tutto equiparabili a quelli vecchi per quanto riguarda la concessione di prestiti e mutui. Una bella notizia per tutte quelle giovani coppie pronte al grande passo, che ora potranno porre i mutui casa presenti sul mercato a confronto con rinnovata tranquillità.
Gli ultimi tempi infatti non sono stati un granché per quanto riguarda i finanziamenti per la casa. Molte persone che già ne avevano stipulato uno, a causa della crisi, hanno dovuto informarsi sul Fondo di Solidarietà per ottenere la sospensione temporanea delle rate. Situazione non certo più rosea per chi invece si accingeva a chiedere un nuovo mutuo, a maggior ragione in seguito alle novità introdotte dal Jobs Act di Renzi.
Jobs Act: il nuovo contratto a tutele crescenti
Il contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act, pur essendo formalmente a tempo indeterminato, non garantisce il cosiddetto "posto fisso" a vita come stabilito dall'Art. 18. Un'iniziativa che dovrebbe finalmente togliere alle aziende italiano ogni alibi per giustificare le mancate assunzioni, rendendo il processo più snello e meno oneroso.
Unicredit, nessuna differenza per mutui e prestiti
Fortunatamente, Unicredit ha fatto sapere che per quanto la riguarda i nuovi contratti di lavoro previsti dal Jobs Act saranno assolutamente equiparabili al vecchio posto a tempo indeterminato. Ciò significa che agli assunti con un contratto indeterminato a tutele crescenti verranno applicati gli stessi criteri di concessione di mutui e prestiti di cui godono i lavoratori a tempo indeterminato tradizionali.
Nessuna discriminazione o penalizzazione dunque per chi viene assunto con le nuove formule contrattuali introdotte dal Jobs Act, né dal punto di vista della concessione del credito né da quello dell'offerta commerciale. Gli stessi prodotti finanziari varranno per entrambe le tipologie di lavoratori.
"I nuovi assunti – spiega Gabriele Piccini, Country Chairman Italy - , superato il periodo di prova, potranno accedere a mutui e prestiti secondo i criteri normalmente in uso, che in linea con le evoluzioni del mondo del lavoro valorizzano la continuità lavorativa indipendentemente dalla tipologia di contratto e dalla dimensione aziendale".
Un decisione necessaria, che va a confermare l'impegno di Unicredit a supporto di famiglie e privati. E che, si spera, aprirà la strada anche agli altri istituti bancari. Del resto anche il presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, si era espresso con ottimismo sull'argomento.
"Sono convinto che i neoassunti con il contratto a tutele crescenti saranno bene visti dalle banche", aveva sottolineato Patuelli. "Il fatto che le tutele dal licenziamento si esplichino in modo differente rispetto al passato è ininfluente."