È di ieri la notizia che la Bce ha riconfermato il tasso di rifinanziamento principale al minimo storico, ovvero allo 0,05%. Il tasso Bce sui finanziamenti si attesta a questo valore ormai da un anno e mezzo, più precisamente dal settembre 2014. Una scelta per nulla inaspettata, quella di confermare i tassi ai minimi storici, e che si inserisce in un contesto più ampio di iniziative volte a favorire la crescita dell'economia e il ritorno dell'inflazione a livelli accettabili (attualmente è intorno allo 0%, mentre la Bce vorrebbe riportarla verso il 2%).
Il tasso di rifinanziamento non riguarda direttamente le operazioni tra le singole banche e i loro clienti, ma regola piuttosto le condizioni alle quali la Banca Centrale Europea presta liquidità alle banche. Ovviamente però, modifiche al tasso Bce si riflettono indirettamente sui tassi proposti dagli istituti di credito ai clienti che desiderano accendere un mutuo casa o chiedere un prestito. Più il tasso Bce è basso, più anche le condizioni proposte ai clienti delle singole banche saranno vantaggiose. Inoltre, chi ha già un mutuo variabile indicizzato al Tasso Bce in corso, potrà beneficiare di rate mensili particolarmente leggere vista la riconferma del tasso al minimo storico.
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Confermato il tasso sui depositi a -0,30%
Draghi ha inoltre confermato il tasso sui depositi al -0,30%. Lo scorso dicembre La Banca Centrale Europea aveva infatti stabilito un taglio del tasso sui depositi, passato dal -0,20% al -0,30%. Rispetto al tasso di rifinanziamento, eventuali modifiche a quello sui depositi hanno maggiori conseguenze a breve termine sull'economia reale. Il tasso Bce sui depositi stabilisce infatti le condizioni alle quali le banche possono depositare liquidità presso l'istituto europeo. Il fatto che questo tasso sia negativo significa quindi che le banche devono pagare per poter "parcheggiare" una determinata somma presso la Bce, cosa che rende l'operazione molto poco conveniente per loro. Questo dovrebbe quindi invogliare le banche a prestare denaro, favorendo così una graduale crescita economica.
Perché la Bce ha abbassato i tassi ai minimi storici?
Alzando e abbassando i tassi di rifinanziamento e sui depositi, la Bce ha la possibilità di regolare l'andamento dell'economia Europea mantenendo l'inflazione sotto i livelli di attenzione (2%.) Se l'economia cresce troppo velocemente, e ci sarebbe quindi il rischio di superare questa soglia, la Bce alza i tassi di interesse, facendo sì che per le imprese sia più difficoltoso accedere al credito e che per i privati sia più vantaggioso lasciare il proprio denaro in banca anziché spenderlo. Se invece l'economia stenta a crescere, proprio come in questi ultimi anni, la Bce interviene abbassando i tassi, in modo che le imprese possano finanziare i propri progetti di crescita e i privati siano più invogliati a spendere. La riconferma dei tassi di rifinanziamento e sui depositi ai minimi storici dovrebbe quindi dare nuovo impulso alla crescita economica, che si presume decollerà tra quest'anno e il prossimo. Staremo a vedere.