In Italia ogni anno il sistema bancario addossa all'utenza, rappresentata dai consumatori privati e dalle imprese, ben 6 miliardi di euro di maggiori oneri. Questo accade perché si è deciso di scaricare gli effetti della crisi sui clienti mentre i dirigenti degli istituti di credito continuano a percepire stipendi d'oro. E' questa, in sintesi, la posizione della Federconsumatori nel precisare come i 6 miliardi l'anno in più che pagano i clienti bancari sono dovuti ai tassi sui mutui e sui prestiti sopra la media europea, ed ai costi sui conti correnti che, allo stesso modo, sono carissimi se confrontati con la media Ue.
In cifre, stando alle rilevazioni della Federconsuatori, in Italia i tassi medi applicati sui mutui sono superiori alla media europea di 1,19 punti percentuali, così come annualmente un conto corrente costa 320 euro rispetto ai 114 euro medi pagati dai correntisti degli altri Paesi del Vecchio Continente.
Ed il tutto avviene in un contesto caratterizzato dal cosiddetto credit crunch visto che le banche erogano credito con il contagocce. Come mai? Ebbene anche al riguardo l'Associazione dei Consumatori ha le idee chiare nell'affermare che in Italia le banche, con i finanziamenti all'1% erogati dalla Banca centrale europea, hanno preferito comprare titoli del debito pubblico piuttosto che fare il loro mestiere.
In pratica, sfruttando la dinamica discendente dello spread Btp-Bund, le banche hanno sfruttato i prestiti a tasso accomodante della Bce per comprare titoli del Tesoro, e per guadagnare a colpo sicuro.