Oggi può essere molto utile la rinegoziazione del mutuo di casa, soprattutto alla luce della situazione lavorativa nel nostro paese. Diverse famiglie hanno infatti acquistato immobili con mutui a tassi variabili quando le condizioni di mercato erano favorevoli e magari ora si trovano ad affrontare delle rate pesanti.
Con il Dl 93 del 29 maggio 2008, è possibile rinegoziare il proprio mutuo, cambiando alcuni aspetti fondamentali quali il numero delle rate e il tasso di interesse.
Si può infatti modificare il tipo di tasso e prolungare nel tempo le rate, in modo da rendere meno pesante l'esborso mensile.
La rinegoziazione del mutuo non comporta spese per il richiedente, ma necessita dell'accordo da entrambi le parti; inoltre, il contraente non perde le eventuali agevolazioni fiscali presenti nel mutuo in oggetto.
Cosa succede se la banca rifiuta la rinegoziazione del mutuo
In caso non si trovasse l'accordo con la banca, è sempre possibile rinegoziare il mutuo, o meglio lo si sposta in un'altra banca: praticamente viene preso un nuovo muto lasciando la base ipotecaria originale, ma c'è bisogno di un atto notarile, per cui sono presenti degli oneri aggiuntivi. In questo caso, quindi, si perdono alcuni vantaggi fiscali della rinegoziazione.
Quando conviene rinegoziare un mutuo
La rinegoziazione porta dei vantaggi soprattutto quando il mutuo sta per essere chiuso, perché, ad esempio, è possibile passare dal tasso variabile a quello fisso riducendo notevolmente l'importo delle rate, il cui numero però si prolunga nel tempo. È un compromesso valido fra tempi e costi.
Ma le situazione contrattuali sono molteplici per cui, essendo un passo importante da compiere, è sempre opportuno parlare prima della rinegoziazione del mutuo direttamente con un esperto del settore, prendendo anche in esame gli indicatori del tasso attualmente vigente sul mutuo.