Renzi da una parte, l'Abi dall'altra e in mezzo un obiettivo – apparentemente – comune: garantire anche ai lavoratori assunti con Jobs Act la possibilità di attingere a mutui e prestiti. Il tema è spinoso, è stato uno dei punti deboli su cui i detrattori della riforma sul lavoro hanno fatto leva maggiormente e in gioco non c'è solo la libertà creditizia dei giovani ma una dimostrazione di forza politica da mettere sul tavolo. Il settore crediti è in crescita, la possibilità di porre i mutui esistenti sul mercato a confronto permette di estendere le possibilità a disposizione e i tassi di interesse sfiorano minimi storici. Ma il tutto si rende vano senza le garanzie necessarie con cui presentarsi al cospetto della banca.
Renzi: "tutele crescenti hanno tutti i titoli per ottenere un mutuo"
Cari contrattualizzati attraverso il Jobs Act state sereni, Renzi farà in modo che veniate trattati dalle banche come lavoratori tradizionali, con un normale contratto a tempo indeterminato. Valutate le possibilità del settore, sentitevi legittimati a informarvi su Barclays e i suoi prodotti, quelli di Cariparma o di Mutuo Arancio, il mutuo s'ha da fare, parola di Premier.
Parola, fra l'altro, appena ribadita in un salotto radiofonico che il Primo Ministro ha scelto come pulpito per il suo nuovo annuncio: "Abbiamo un impegno esplicito da parte dell'Abi che ha assicurato che tutti coloro che hanno il nuovo contratto a tutele crescenti hanno tutti i titoli per ottenere un mutuo. Perciò – ha proseguito l'ex Sindaco di Firenze – segnalate chi ha negato il mutuo e Palazzo Chigi fornirà un elenco all'Abi chiedendo risposte sui singoli casi, uno per uno. Perché su questo deve essere chiaro chi dice no, perché e come".
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Una battaglia non nuova
Quello che Matteo Renzi sta affrontando è un vero e proprio braccio di ferro con le banche. Già all'ufficializzazione della Legge, il Premier aveva tenuto a precisare l'importanza di una collaborazione da parte degli istituti di credito per non trattare diversamente i lavoratori a regime di tutele crescenti, ricevendo, tra l'altro, le rassicurazioni da parte dell'Abi (Associazione Bancaria Italiana).
Ai toni vagamente trionfalistici del Capo di Stato erano seguiti quelli ancora più acclamati del Ministro del Lavoro Poletti ma, alla luce dei fatti, solo Unicredit ha fatto sapere in via ufficiale che i lavoratori assunti col Jobs Act non riceveranno alcun trattamento discriminatorio. Gi altri istituti non hanno ancora agito a livello ufficiale né sembra abbiano intenzioni di farlo.
La posizione di Abi
La risposta di Abi è stata affidata direttamente al Presidente dell'associazione Antonio Patuelli, il quale ha ribadito l'impegno da parte di Abi a garantire pari condizioni anche per i lavoratori a tutele crescenti, se pure in maniera sibillina: "Ci sono prese di posizione pubbliche da parte dei principali banchieri e anche da parte di banche più territoriali, che vedono bene questo Jobs Act perché favorisce la trasformazione di contratti a tempo limitato in tempo indeterminato". Si attendono aggiornamenti.