Un aiuto reale alla famiglia, sempre al centro dei discorsi dei politici ma quasi mai presa davvero in considerazione nelle sue esigenze primarie, come il problema del mutuo casa. Qualche giorno fa l'Associazione bancaria italiana ha diffuso infatti i dati relativi al cosiddetto "Piano famiglie" varato nel gennaio di quest'anno in collaborazione con le associazioni dei consumatori per venire incontro a coloro che si trovavano (e trovano) in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo per l'acquisto della prima casa.
Le banche, secondo quanto riporta l'Abi, tra febbraio e agosto 2010 hanno sospeso mutui per 3,7 miliardi di euro ad oltre 28mila famiglie che ne avevano fatto richiesta. La misura è stata applicata a 28.615 contratti di mutuo cosicché la liquidità in più per far fronte alla crisi ha raggiunto una quota pari a 191 milioni di euro, che equivale a una media di 6.800 euro in più a disposizione di ogni famiglia.
La scelta più frequente dei mutuatari è stata quella di sospendere integralmente la rata (90% dei casi) e la causa principale che ha portato le famiglie a richiedere l'opportunità è stata la cessazione del rapporto di lavoro subordinato. A livello territoriale nel Nord Italia è stato registrato il maggior numero di domande ammesse, il 53%, seguono il Centro con 26,1% e Sud e isole con il 20,9%.
L'accordo siglato lo scorso dicembre è entrato in vigore il 1° febbraio del 2010 e potrà essere attivato fino al 31 gennaio 2011. Vi sono però delle condizioni senza le quali non è possibile presentare la richiesta di sospensione. L'aiuto è infatti pensato per le famiglie che abbiano subìto (o subiranno) nel periodo da gennaio 2009 al 31 dicembre 2010 eventi negativi come la perdita del lavoro, la morte, l'insorgenza di condizioni di non autosufficienza, la cassa integrazione di un componente del nucleo famigliare, fatti che condizionano pesantemente la possibilità di saldare con regolarità le rate del mutuo. La sospensione sarà attiva per almeno 12 mesi, anche per i "cattivi pagatori" fino a 180 giorni consecutivi, per mutui di importo fino a 150.000 euro accesi per l'acquisto, la costruzione o la ristrutturazione dell'abitazione principale. Inoltre i richiedenti non possono superare un reddito imponibile di 40.000 euro annui.
Come rilevano gli stessi dati del monitoraggio l'iniziativa procede a pieno ritmo e con efficienza a tal punto che ad oggi ben 172 banche (il 64% del mercato) ha offerto condizioni migliorative al Piano famiglia, possibilità già prevista nell'accordo.
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