Nonostante il clima economico generale non sia ancora dei più rosei, la ferrea volontà di molte persone di costruirsi un futuro pur a costo di sacrifici e contemplando la possibilità di ricorrere ai mutui più vantaggiosi ha portato a cambiamenti positivi nel panorama immobiliare italiano.
Sarà per la presenza sul mercato di istituzioni dalle condizioni vantaggiose, come Barclays, Cariparma e così via, in concomitanza con un notevole abbassamento dei prezzi e il condizioni generalmente favorevoli, che l'agenzia delle Entrate ha rilevato, per il primo trimestre del 2014, una crescita dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2013, il primo segnale positivo dopo molto tempo.
A fare da traino è soprattutto il settore residenziale, al quale appartengono la maggioranza degli scambi, che segna un +4,1%, con 98.403 transazioni.
La crescita risulta più marcata al centro (+10,5%) e al nord (+4,7%), mentre resta in negativo il sud (-1,6%) seppur in maniera meno drastica rispetto agli anni precedenti.
L'aumento delle compravendite ha interessato prevalentemente i capoluoghi che segnano un +8,8% (con un picco proprio nei capoluoghi del centro con un +17,3%), mentre hanno coinvolto in misura minore i Comuni non capoluogo (+1,7%).
Le abitazioni scambiate nelle otto principali città per popolazione sono state 18mila circa, determinando così un aumento negli scambi del 10,2 %.
In testa alla classifica della ripresa del mercato residenziale è Bologna (+29,2%), seguita da Genova (25,3%) e Roma (21,4%). Bene anche Torino (+10,8%) e Firenze (+9,7%), mentre Milano registra un aumento del solo 3,4%.
A chiudere il trimestre ancora con il segno negativo sono Palermo (-1%) e Napoli (-25,2%).
Anche il segmento non residenziale ha subito dei cambiamenti: per esempio, il settore commerciale ha registrato un miglioramento quantificabile intorno al +4,7%, mentre il produttivo perde lo 0,8% e il terziario perde il 10,3% dei volumi di scambio, proseguendo nel suo andamento negativo.
È forse troppo presto per leggere nei numeri appena letti un'inversione di tendenza, ma in qualche modo anche solo la presenza di un cenno positivo fa auspicare una ripresa che, seppur non immediata, si appresta a tornare.