Sentiamo parlare di crollo del mercato dei mutui prima casa da parecchi mesi ormai. Si è innescato un circolo vizioso per cui da un lato le condizioni per ottenere i finanziamenti sono sempre più severe e dall'altro non si prova neanche più a richiederne uno.
Eppure i dati Crif-Bankitalia sottolineano che la morsa delle banche sembra essersi leggermente allentata, quindi potrebbe essere il momento propizio se non per accendere un mutuo, quanto meno per le rinegoziazioni di quelli già esistenti.
Chi vuole tentare questa seconda strada ha due opzioni, entrambe comunque attivabili solo dopo l'approvazione dell'istituto di credito - elemento nient'affatto scontato. La prima ipotesi è l'allungamento della durata del mutuo, che porterebbe a un risparmio immediato del 30% della rata mensile. Il rovescio della medaglia però consiste nel pagamento di interessi complessivamente più alti.
La seconda scelta potrebbe essere il passaggio dal tasso fisso a quello variabile. Questa possibilità è un diritto previsto dal contratto per tutti quelli che hanno sottoscritto un mutuo con opzione, ma si può attivare solo entro determinate finestre stabilite al momento della stipula. Tutti gli altri possono rivolgersi alla banca e cercare di rinegoziare il proprio mutuo.
Approfittando del livello basso raggiunto dall'Euribor, indice di riferimento per molti mutui a tasso variabile, si potrebbe operare il cambio di tasso e risparmiare per 3 o 5 anni. L'ultima parola però spetta sempre alle banche le quali, avendo intravisto questa possibilità di risparmio per i mutuatari, stanno correndo ai ripari. È molto probabile, infatti, che alla richiesta di passaggio dal tasso fisso al variabile l'istituto applichi comunque tassi più alti rispetto a quelli, per esempio, di una nuova stipula.