Crisi nera per il settore immobiliare: secondo gli ultimi dati forniti dall'Istat, le concessioni di ipoteche immobiliari a garanzia di mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni hanno registrato una perdita annua del 39,5% nei primi nove mesi del 2012. I picchi più negativi si sono riscontrati al Sud (-42,8%) e nelle Isole, dove il dato ha toccato addirittura il -50,6%.
Per il Codacons, il problema vero non è solo la diffusa crisi economica, ma il comportamento delle banche italiane. "E' una vergogna - afferma l'associazione dei consumatori in una nota -. Le banche hanno smesso di fare il loro mestiere, che è quello di far circolare la moneta, e hanno deciso di tenersi i soldi invece di prestarli". A calare, infatti, non sono tanto le richieste di mutui da parte delle famiglie o delle imprese, ma l'erogazione da parte degli istituti di credito che, denuncia il Codacons, pongono condizioni troppo restrittive nel valutare il grado di affidabilità del potenziale cliente, per premunirsi dal rischio di insolvenze.
Quando le banche concedono il finanziamento, continua l'associazione, "i soldi li danno talmente a caro prezzo che le famiglie forse farebbero meglio a non prenderli nemmeno, visto che, con gli spread attualmente applicati, superiori al 3%, rischiano in futuro, con il rialzo dei tassi, di avere stangate al limite dell'usura, salvo portabilità".
Per questo il Codacons invita il governo ad "intervenire per abbassare lo spread che le famiglie e le imprese italiane pagano rispetto a quelle tedesche ogni volta che devono accedere ad un finanziamento". L'associazione, ad esempio, chiede di "rivedere la normativa sui tassi usurai, modificata da Tremonti a vantaggio delle banche".