I mutui ai tempi del Jobs Act saranno esattamente come quelli ai tempi dei nostri padri. Perlomeno è quello che si evince dall'indagine condotta dall'Osservatorio SuperMoney, portale del settore comparazione prezzi. La crescita del comparto, i nuovi servizi integrati e la possibilità di porre i mutui presenti sul mercato a confronto hanno sospinto la ripresa delle erogazioni. Il Jobs Act potrebbe dare ulteriore linfa e allargare il bacino di utenza anche ai più giovani, ad oggi marginalizzati e impossibilitati a partecipare alla ripresa.
Il Jobs Act rilancia i mutui: l'indagine
Presto operazioni come ricercare i finanziamenti più convenienti oppure informarsi su Barclays e i suoi prodotti, su quelli di Cariparma o di Mutuo Arancio non saranno più, per gli under 30, fini a se stesse. Le assunzioni a tempo indeterminato hanno cessato di essere una chimera, il Jobs Act ha forse restituito prospettive e speranze a una generazione finora sacrificata e dimenticata.
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SuperMoney hi chiesto a diverse banche del settore di effettuare una simulazione di mutuo. Il profilo designato – il più possibile verosimile e conforme alla reale situazione socio-economica – è stato quello di un giovane di età compresa fra i 25 e i 30 anni assunto con contratto a tutele crescenti, con una RAL di 25.000 euro annui che richiede un finanziamento per l'acquisto di un immobile del valore di 200.000 euro.
L'esito della simulazione
Tutti gli istituti coinvolti nella simulazione – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Deutsche Bank, CheBanca! e Banca Sella – hanno dato lo stesso responso: non esiste alcun ostacolo alla concessione di mutui legata alla tipologia di contratto, ciò che realmente conta è la comprovata capacità da parte del richiedente di affrontare l'impegno economico.
Nessuno degli istituti, inoltre, ha richiesto particolari garanzie o la sottoscrizione di un impegno da parte di un garante terzo. Il Jobs Act, a quanto rivela l'indagine, apre al mondo dei finanziamenti anche per i più giovani. In pratica, il sogno di acquistare una casa propria potrebbe smettere di essere tale e acquisire una rilevanza concreta, ma è ancora troppo presto per saperlo.
Si attendono dati certi
Ad oggi non esiste alcun dato certo. Il Jobs Act è in vigore da meno di due mesi e le richieste sono pressoché inesistenti. Sarà interessante tornare sulla questione fra qualche mese, quando le banche dovranno dimostrare di aver dato seguito alle parole con fatti concreti. Il Premier Renzi ha messo in guardia gli istituti che tratteranno i lavoratori a tutele crescenti in maniera discriminatoria, Abi ha assicurato che ciò non accadrà. La verità si saprà tra un po', sempre che i giovani siano disposti ad affrontare il rischio di un impegno pluriennale senza la certezza di un lavoro stabile.