I mutui per coppie non sposate comportano delle regole e delle procedure diverse rispetto a quelle previste per le coppie unite dal vincolo del matrimonio. Se quindi hai deciso di acquistare una casa per andare a convivere con il tuo compagno/a sappi che dovrai affrontare un iter burocratico lievemente diverso. Il motivo principale di queste variazioni risiede proprio nella differenza giuridica e fiscale tra coppie sposate e conviventi che in Italia persiste ancora. Infatti per tutte le coppie non unite in matrimonio sono previste minori tutele giuridiche.
Se quindi pensavi che dopo la decisione di andare a convivere, la cosa più difficile fosse la ricerca del mutuo più conveniente, ti sbagliavi di grosso. Per preparati e renderti più consapevole dei tuoi diritti e delle opportunità offerte dal mercato, abbiamo chiesto agli esperti del comparatore SuperMoney quali sono gli aspetti da valutare e le accortezze devono adottare due persone non coniugate che vogliano comprare casa e contrarre un mutuo.
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Mutui case per coppie
non sposate: cosa cambia?
Il primo elemento che differenzia le coppie conviventi da quelle non sposate è proprio il regime patrimoniale. Il modo più rapido ed efficace per risolvere questa questione è quello di optare verso l'acquisto congiunto. In questo caso il mutuo sarà intestato ad entrambi e non solo a un componente della coppia e potrete ripartire il costo della rata mensile.
Noi consigliamo di valutare questa possibilità soprattutto quando entrambi i componenti della coppia convivente hanno una posizione lavorativa stabile e una certa autonomia economica. Infatti, qualora si decidesse di procedere alla cointestazione dell'immobile in un secondo momento, bisognerebbe affrontare una serie di questioni giuridiche e fiscali molte complesse, il cui esito potrebbe non essere del tutto positivo.
Se invece nella coppia una sola persona risulta avere una posizione lavorativa stabile e dimostra di percepire un reddito, la situazione sarebbe decisamente più complessa. Infatti per le coppie conviventi, e quindi non unite dal vincolo del matrimonio, non è prevista la possibilità di scaricare la "quota di detrazione fiscale" prevista invece per le coppie sposate in cui un coniuge risulta essere una "persona a carico".
Cosa succede se la
relazione finisce o uno dei due conviventi muore?
In caso di coppie conviventi monoreddito sarà preferibile intestare il mutuo alla persona che percepisce del reddito, anche se la casa sarà acquistata da entrambi. I problemi però non finiscono qui, infatti nel caso in cui la relazione termini sarà molto difficile gestire la situazione e definire esattamente a chi spetta cosa. Lo stesso vale in caso di decesso dell'intestatario del mutuo. Infatti per casi del genere la legge non prevede alcune forma di tutela per l'atro convivente, anzi la casa potrebbe essere rivendicata dai familiari che avrebbero decisamente la legge a loro favore, risultando eredi legittimi.
In casi del genere è anche possibile che l'altro convivente sia costretto ad abbandonare l'abitazione. Unico modo per evitare situazioni del genere è il testamento, un documento ufficiale che indica il convivente superstite come unico erede. Proprio per l'elevato numero di rischi e possibilità a cui una coppia convivente si espone sottoscrivendo un mutuo prima casa, consigliamo di ricorrere ad una consulenza legale prima di fare il grande passo. Solo in questo modo si potrà affrontare davvero serenamente il futuro.
Anche la rilevanza di tali scelte evidenzia la necessità che la coppia non sposata, ancor più di quella coniugata, sia consapevole delle alternative disponibili, non sottovalutando l'importanza di un'adeguata consulenza legale.