Le banche chiudono i rubinetti del credito e, nonostante questo, la domanda di mutui segna una leggera salita, anche se spesso queste non si traducono in nuove erogazioni, visti i criteri rigidissimi che le banche ancora utilizzano per valutare il richiedente. Se questo non bastasse anche trovare un mutuo vantaggioso è sempre più difficile, visto che gli istituti di credito non si sono decisi ad abbassare i tassi per favorire l'accesso ai finanziamenti.
In più, soltanto ricorrere al Fondo di Garanzia Under 35 potrebbe consentire alle giovani coppie e alle famiglie appena formate di accedere a un mutuo; e dovrebbero essere proprio questi i gruppi più propensi a far muovere il mercato immobiliare.Oltre a tutto questo, anche lo Stato ci mette del suo: dall'inizio della crisi l'imposizione fiscale è raddoppiata e le tasse indirette in Italia sono decisamente più alte che nel resto d'Europa.
Questa è l'Italia che risponde alla crisi del mercato immobiliare: l'imposizione è cresciuta soprattutto con l'Imu che ha duplicato la tassazione indiretta sulla proprietà, introducendo una sorta di patrimoniale sulla componente immobiliare che però pesa quasi indiscriminatamente su tutti i proprietari. Inoltre non sono mancate nemmeno continui cambiamenti a normativi, utili soltanto a far perdere la fiducia agli investitori e a complicare il quadro normativo, appesantendo il mercato con un eccesso di burocrazia.
«L'Imu è stata introdotta nel 2011 nell'ambito del federalismo fiscale municipale - commenta Elena Cardani, Tax director di Sts Deloitte - dopo l'esenzione dall'Ici disposta nel 2008. Sono stati inoltre innalzati i moltiplicatori da applicare alle rendite catastali per calcolare la base imponibile. Da ultimo la legge di stabilità 2014 ha reso permanente l'Imu, tranne che per le abitazioni principali non di lusso, e comprende la Tasi (tributo per i servizi indivisibili) e la Tari (tassa sui rifiuti)».
Il Fisco quindi pesa in modo imbarazzante sul mattone, quando invece dovrebbe farsi da parte per permettere al mercato immobiliare e alla domanda di mutui di riprendere il volo, come tutti auspichiamo che sarà in un prossimo futuro. L'Ufficio Studi della Cgia di Mestre ha calcolato che nel 2014, tra imu, tasi e tari, gli italiani dovranno al Fisco pagheranno circa 32,5 miliardi di euro.
Secondo Giuseppe Bortolussi, il segretario della Cgia, «tenendo conto di tutto il sistema fiscale che grava sul mattone, quest'anno i proprietari di immobili dovrebbero pagare 4,6 miliardi in più rispetto al 2013». Troppo per un mercato che deve riprendersi da una crisi gravissima.