Nonostante la stretta del credito ancora forte, quelli che emergono dai dati del Rapporto Immobiliare 2014, presentato da Abi e Agenzia delle Entrate il 13 maggio, sono più che deboli segnali dei miglioramento: nei primi mesi dell'anno i mutui alle famiglie sono cresciuti del 20% e in parallelo anche la capacità delle famiglie di accedere al mercato immobiliare. È ancora presto per cantare vittoria ma sembra proprio che trovare un mutuo casa vantaggioso e, soprattutto, riuscire a farselo erogare sia più facile rispetto a un 2013 che mostrava ancora dati negativi (-9,2% sul 2012).
I mutui, banalmente confrontando le offerte di Mutuo Arancio, Cariparma, Barclays, ecc., sembrano essere sempre più vantaggiosi, con i tassi di interesse dei mutui a tasso variabile costantemente in discesa. Si auspica quindi un vero e proprio rimbalzo del mercato e delle compravendite immobiliari, proprio in seguito alla maggiore disponibilità nell'accesso al mutuo. Secondo i dati raccolti da Abi su un campione di 88 banche, l'incremento dei mutui nei primi mesi del 2014 è stato superiore del 20% rispetto al 2013.
Quello che ci si aspetta dai dati ufficiali sul primo trimestre 2014, che saranno diffusi il 3 giugno, è quindi un ritorno del segno più nelle statistiche riguardanti le compravendite di immobili, dopo i disastri degli scorsi anni; il trend negativo del 2012 e del 2013, infatti, è andato riducendosi nell'autunno dello scorso anno per poi azzerarsi praticamente nel quarto trimestre 2013. La spinta sul fronte dei mutui dovrebbe essere la giusta condizione per far maturare finalmente un trend positivo per il mercato immobiliare.
Nel 2013 il mercato immobiliare aveva perso qualcosa come 8 miliardi di euro crollando di 10,8%: le statistiche ufficiali ci parlano di 67,5 miliardi di euro spesi l'acquisto di abitazioni, a fronte dei 75,7 miliardi registrati nel 2012. Un calo quindi assolutamente generalizzato che tuttavia ha coinvolto in misura maggiore il Sud (-13,4%), mentre il Centro e il Nord Italia facevano registrare un calo, rispettivamente del 12% e del 10%.
Un altro dato sviluppato da Abi, l'affordability index, ovvero l'indice di accessibilità delle famiglie italiane all'acquisto di un'abitazione, mostra anch'esso segnali importanti di ripresa. A fine 2013 l'indice risultava infatti pari al 6,7 per cento, con 2,1 punti in più rispetto alla prima metà dell'anno scorso, riportandosi quindi sui livelli del primo trimestre 2006 e di conseguenza in linea con i valori pre-crisi. Il risultato, secondo il comunicato dell'Abi, è dovuto soprattutto a un miglioramento del prezzo relativo alle case rispetto al reddito disponibile, oltre all'andamento dei tassi di interesse sui mutui.