Le banche stringono la cinghia sui mutui: vengono respinte 7 richieste su 10. E' quanto emerge da un'inchiesta condotta da Adnkronos, che ha presentato domanda di un mutuo da 100 mila euro in 30 anni a 10 banche. Siete un lavoratore dipendente che guadagna 2.200 euro mensili? Niente da fare! Tre istituti di credito respingono nettamente la domanda, quattro arenano l'iter dell'istruttoria con richiesta di ulteriore documentazione e accertamenti, solo tre concedono il tanto sospirato mutuo.
Crisi di liquidità. Per le banche non è un momento propizio per concedere mutui: il sistema creditizio soffre della crisi di liquidità che lo ha investito ormai da quattro anni. Chiedere un mutuo in questo periodo significa molto spesso fermarsi all'istruttoria preliminare. I tempi si allungano, le richieste di informazioni e documenti aumentano, i parametri della stessa banca cambiano e il finanziamento viene infine respinto.
Le conferme di Istat e Bankitalia. Questa tendenza viene confermata anche da uno studio dell'Istat: nel primo trimestre di quest'anno i mutui sono diminuiti del 50% rispetto al 2011. Per Bankitalia, nel periodo che va dal 2008 al 2011, la domanda di mutuo è scesa oltre il 20% rispetto al periodo 2004 -2007.
Trading è la nuova parola d'ordine. Per non perdere liquidità le banche si "dimenticano" dei mutui e si concentrano nel Trading finanziario. Prendere denaro dalla Banca Centrale Europea a tassi irrisori e investire in titoli di stato è più remunerativo (e più sicuro) che concedere finanziamenti. Una tendenza che oltre a cambiare la figura della banca, rischia anche di cambiare le abitudini delle famiglie italiane, tanto affezionate al "mattone".