La crisi economica attuale ha impattato duramente anche sul settore immobiliare, nonostante le diverse alternative proposte, tra le quali la nuda proprietà, il mercato immobiliare non si è risollevato. Si sono verificate infatti forti contrazioni nelle compravendite.
È vero che a causa della stretta creditizia delle banche nel concedere mutui e prestiti ai privati, è aumentato in modo esponenziale l'interesse delle famiglie italiane verso la nuda proprietà. Una pratica secondo la quale il venditore trasferisce la proprietà del proprio immobile, svendendolo rispetto al prezzo reale del mercato in quanto deve decurtarlo dell'usufrutto, ma mantiene per sé il diritto a viverci, temporaneo, nel caso di nuda proprietà a termine o per tutta la vita, in caso di nuda proprietàvitalizia.
Ma nonostante siano stati in molti, specie dagli anziani, ad aver venduto con questo metodo, dai dati emersi da idealista.it nel 2012 le operazioni concluse sono state 23.606, in calo del 23.4% rispetto all'anno precedente. Questo indica che purtroppo in un periodo di crisi, nessun settore, sebbene innovativo, può rappresentare un'eccezione; i dati seguono infatti le tendenze del mercato in generale.
L'utilizzo della pratica della nuda proprietà indica altresì che i nuclei italiani cercano di sopravvivere al meglio alle difficoltà economiche e cercano di scongiurare in ogni modo il pignoramento della casa.
Molti anziani considerano la nuda proprietà vitalizia un valido ammortizzatore sociale che, aggiunto all'esigua pensione, può permettere loro di vivere dignitosamente gli ultimi anni di vita.
Anche molte coppie giovani, hanno optato per la vendita della nuda proprietà a termine, quando si sono accorti di non poter più pagare le rate del mutuo hanno preferito svendere, piuttosto che divenire insolventi.
Per chi, invece, avesse ancora a disposizione dei capitali potrebbe essere un buon modo per investire, acquistare oggi, comprando ad un prezzo molto inferiore, avendo la consapevolezza che il mattone, comunque, nel tempo si rivaluterà.
Confidiamo quindi che il settore immobiliare possa riprendersi nel più breve tempo possibile, e che gli italiani possano tornare ad investire in quello che è sempre stato considerato un sogno: la propria casa.