La BCE ha tagliato il costo del denaro, portandolo allo 0,25%: una decisione che arriva un po' a sorpresa in questo giovedì 7 novembre e che segue il precedente taglio avvenuto il 2 maggio 2013. Vediamo dunque quali effetti si avranno sui tassi di interesse dei mutui.
Dunque il "tasso di rifinanziamento sulle operazioni principali", appunto il costo del denaro detto anche tasso BCE, scende dal già precedente minimo storico dello 0,50% al nuovo minimo 0,25% e si può tranquillamente intendere quale segnale di come l'Eurotower non sia ottimista sulle sorti dell'economia europea nell'immediato futuro.
Come è noto il costo del denaro influenza l'indice Euribor in tutte le sue versioni temporali (1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 12 mesi), anch'esso a livelli minimali: si tratta del principale parametro per i mutui a tasso variabile che dunque, contrariamente ad alcune previsioni fatte tempo addietro, molto difficilmente vedranno nei prossimi mesi degli aumenti della quota interessi della rata. Oggi l'Euribor è compreso tra lo 0,13% e lo 0,53%, valori davvero bassi e che forse potrebbero dunque scendere ancora un po'.
Per i mutui variabili a tasso BCE, cioè proprio legati al costo del denaro, l'effetto è ovvio e si concretizza in riduzioni della rata.
I mutui a tasso fisso invece sono indicizzati al parametro Eurirs, il quale non è direttamente legato al tasso BCE, ma certamente anche tale tipologia di finanziamenti potrebbe trarre vantaggio (per i clienti, meno per le banche) dal taglio del costo del BCE, foss'altro perchè tale manovra dovrebbe confermare anche la tendenza al ribasso degli spread bancari.
Dopo l'annuncio della Banca Centrale Europea, le borse hanno recuperato qualche punto dopo un avvio in mattinata abbastanza fiacco, mentre lo spread BTP-Bund è sceso a 241 punti (ieri ha chiuso a 245). L'euro ha subito perso sul dollaro, passando da 1,3507 a 1,335.
Per i risparmiatori che operano nel settore dei conti deposito può essere utile questo articolo: Taglio costo del denaro, effetti sui conti deposito.