Secondo rilevazioni del portale Casa.it, il 31,8% di quanti possiedono più di una casa è pronto a vendere per ridurre l'impatto dell'Imu, più alta sulla seconda casa, sulle proprie tasche. Su 18 miliardi di gettito che l'Agenzia delle entrate si attende dall'Imu, ben 13,5% provengono dalla seconda casa (o da altro immobile destinato ad un uso diverso da quello di prima abitazione). Una recente analisi della Cgia di Mestre ha calcolato che chi possiede soltanto la casa in cui vive, entro la fine di questo mese si ritroverà a pagare mediamente 726 euro di tasse in più - tra Imu, Iva ed Irpef - rispetto all'anno scorso.
Nonostante l'Imu, tuttavia, c'è ancora chi confida nel fatto che il mattone rappresenti un investimento, magari meno agevole e redditizio di un tempo - vista appunto la tassa - ma pur sempre meritevole. Così - sempre secondo le rilevazioni di Casa.it - una quota minore dei titolari di più di una casa anziché vendere ha invece messo in affitto, o si accinge a farlo, gli spazi in cui non vive: il 10,2% in maniera permanente (con un affitto, cioè, continuativo), il 6,2% solo per i periodi in cui non fa uso della seconda casa (tipicamente per motivi di villeggiatura).
In totale, l'Imu ha indotto quasi la metà dei titolari di più di una casa, il 48,8% per l'esattezza, a disfarsene, così da non sottostare a prelievi, o a metterla a frutto, così da attutire l'impatto dell'Imu stessa (salvo poi dover denunciare nella dichiarazione dei redditi le somme percepite a titolo di affitto).
Fissata come minimo allo 0,76%, ma con facoltà dei Comuni di variarla (e molti l'hanno portata al massimo dell'1,06%), l'aliquota Imu sulla seconda casa si applica peraltro anche a chi non è proprietario ma vanta un cosiddetto diritto reale, come ad esempio l'usufrutto, sulla casa stessa.