Ci sono ancora tante divergenze di pensiero sul da farsi per quanto riguarda l'Imu, la tassa sugli immobili. Il Governo starebbe propendendo verso tre ipotesi, le quali saranno discusse e molto probabilmente decise in sede di Parlamento il 18 luglio 2013. Le operazioni future richiederanno molto tempo e quindi si prevede che la data della rata dell'Imu slitterà ulteriormente, passando da settembre a dicembre.
La prima opzione del governo è stata definita di "azzeramento": si pensa di immettere una soglia minima di reddito sotto il quale la prima casa non si paga, per esempio sotto i 15.000 euro, che mediamente rappresenta una famiglia media con due figli, di reddito di 36.000 euro e un immobile di 80 metri quadri al massimo, su cui grava il mutuo. Questa soluzione porterebbe ad avere un buco di quattro miliardi di euro, i quali potrebbero essere colmati aumentando la tassa sulle seconde, terze e quarte case.
Per evitare un debito troppo elevato, però, si è pensato di suddividere la popolazione in quattro fasce di reddito, da 5.000 euro, 7.500 euro, 15.000 euro e più di 15.000 euro: l'imposta sarebbe tanto più bassa quanto più basso è il reddito e chi possiede un reddito inferiore ai 5000 euro non dovrebbe pagare nulla.
Un'altra idea sarebbe quella di sostituire l'Imu con la tassa "Ics", l'imposta sulla casa e i servizi, la quale riunirebbe perciò l'Imu e la Tares sui rifiuti. Sulla quota che riguarda l'immobile verrebbero applicati degli sconti: più è grande il nucleo familiare e più si risparmia. Il 40% della tassa spetterebbe al pagamento dei rifiuti e il 20% ai servizi indivisibili, come ad esempio la manutenzione stradale e l'illuminazione. Tutte e due queste quote potrebbero essere dovute agli affittuari, poiché si pensa che debbano spettare a chi abita l'abitazione.