Secondo quanto annunciato dal ministro Delrio, l'accordo per la definizione delle aliquote Imu e il suo spazio di applicabilità sono ormai prossimi alla determinazione definitiva, in vista anche del termine del 31 agosto, ultima data utile per l'approvazione della Riforma.
Quali sono gli immobili che subiranno il prelievo più corposo? Secondo le ultime notizie, ancora in fase di definizione, si stima che saranno le seconde case di lusso a subire i rincari più pesanti. Mentre è in corso un vertice per la revisione delle aliquote sugli immobili, in molti comuni italiani è già corsa al rincaro.
Un esempio su tutti, come si legge sul corriere.it, viene dal comune di Ivrea, dove il vicesindaco Enrico Capirone ha annunciato nei giorni scorsi l'aumento dell'aliquota al 6 per mille per la prima casa e al 10,6 per mille per la seconda casa.
Non si tratta di una scelta ma di una vera e propria necessità per far fronte alla crisi sempre più incombente, come afferma lo stesso vicesindaco: "Non avremmo mai voluto inasprire ulteriormente l'imposizione fiscale sui cittadini in questa fase di perdurante recessione: ma non abbiamo scelta".
Per far quadrare i conti, molti enti locali hanno preso l'iniziativa di incrementare le aliquote che riguardano soprattutto la seconda casa, rischiando di trasformare l'imposta sugli immobili in una vera e propria "stangata". Un altro esempio viene da Reggio Emilia, dove le aliquote sono giunte rispettivamente al 5 e al 10,6 per mille.
Stessa sorte seguiranno molti altri comuni italiani, indistintamente distribuiti sul territorio nazionale. La tendenza è quella di limitare l'aumento sull'aliquota della prima casa e incrementare al tetto massimo (10,6 per mille) l'aliquota sulla seconda casa.
La maggior parte dei primi cittadini si apprestano ad approvare i prossimi bilanci con rammarico ma la situazione, come commenta Roberto Buda, sindaco di Cesenatico, lo impone: "Sono tempi duri. E' inutile nasconderlo".