Settimana calda quella che si appresta a vivere il Governo: uno degli argomenti principali sul tavolo delle discussioni sarà quello relativo alla tassazioni sugli immobili. L'Imu, questione discussa per gran parte dell'inizio del 2013, continuerà a tenere banco nelle prossime settimane. Di interesse primario sono la cancellazione dell'imposta per chi ha mutui sull'80% della casa, l'eliminazione sull'abitazione principale, i terreni e i fabbricati agricoli, le possibilità di beneficiare di detrazione fino a 600 euro per dispensare il 75% e l'80% delle prime case dal saldo di dicembre.
Le problematiche principali sono legate alle coperture finanziare per questo genere di manovra: sarà complicato andare a trovare i fondi viste le numerose altre situazioni per cui è richiesto urgente intervento del Governo. Una su tutte, l'Iva.
Con il decreto sul lavoro è infatti slittato al primo ottobre l'aumento dell'Iva dal 21% al 22%. E nel caso in cui dovesse essere accettata l'ipotesi di un ulteriore slittamento del rincaro al primo gennaio 2014, la situazione potrebbe peggiorare: l'1,05 miliardi necessari per evitare l'aumento di ottobre, potrebbe in quel caso raddoppiare.
Ma ad allontanare l'ipotesi di un intervento economico del Governo sono arrivate le dichiarazioni del vice ministro dell'Economia Stefano Fassina: 'Non c'è nessuna manovra correttiva in vista. Sarebbe un provvedimento autolesionista perché, oltre ad aggravare la recessione, aumenterebbe il debito pubblico'. La conferma arriva anche dal ministro per la Pubblica amministrazione Gianpiero D'Alia: 'Non è alle porte una manovra economica. Su Imu e Iva sta già lavorando alacremente e con grande serietà il ministro Saccomanni'.
Ciò che appare certo è che non si andrà ad incidere su settori già in difficoltà, come scuola e innovazione. Tagli alla spesa pubblica, pertanto, con interventi di risparmio strutturali per andare a risolvere la questione legata all'Imu, per il quale servono 4 miliardi di euro nel caso di totale eliminazione dell'imposta sulla prima casa. Questo punto punto rischia di spostare la bilancia anche dal punto di vista politico: il Pdl continua il pressing affinché la tassa venga definitivamente abolita, anche e soprattutto per tenere fede alle promesse fatte all'elettorato di centrodestra, il Pd vuole una ristrutturazione dell'imposta che eviti la cancellazione per le fasce più abbienti.