Fin dalla sua istituzione risalente al 2011, il Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa indirizzato alle giovani coppie appena coniugate e alle famiglie formate da under 35, prive delle garanzie normalmente richieste dagli istituti di credito, si è rivelato uno strumento non del tutto efficace rispetto alle finalità per le quali era stato costituito.
Per ovviare a questa inefficacia e rendere lo strumento più funzionale ai suoi scopi precostituiti il Governo uscente, in questi ultimi tempi, ha deciso di apportare delle modifiche ai requisiti richiesti, in modo da rendere meno selettivo l'accesso al fondo.
Una prima modifica di rilievo è quella che impone alle banche di sottoscrivere mutui con un tasso massimo non superiore al tasso effettivo globale medio. Il tetto massimo del finanziamento rimane invece invariato e fissato a 200 mila euro. Altra modifica importante è quella che consiste nella abolizione di ulteriori garanzie non assicurative chieste dai soggetti finanziatori ai giovani mutuatari. A partire dal 2013, il problema della scelta fra richieste arrivate in contemporanea verrà risolto ricorrendo al seguente criterio: la priorità per l'accesso al fondo spetterà ai giovani lavoratori precari e alle coppie con figli minori.
Il requisito in base al quale non più del 50% del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF dei richiedenti dovesse derivare da contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato è stato abolito, in tal modo è stato ampliato il numero degli aventi diritto al fondo.
L'aggravarsi della crisi economica degli ultimi mesi ha suggerito inoltre l'innalzamento del requisito relativo al reddito complessivo ai fini ISEE, ovvero l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente: dai precedenti 35.000 euro è stato alzato a 40.000 euro.
Infine, riguardo al limite della metratura dell'immobile da acquistare, in precedenza fissato a 90 mq, è stato stabilito un aumento della misura portata adesso a 95 mq.