Banche sotto accusa per aver provocato l'innalzamento dei tassi e il conseguente crollo dei mutui. Ma si può davvero far di tutta l'erba un fascio? Un'analisi del Corriere della Sera dimostra che le dinamiche sono un po' più complesse.
Riguardo all'aumento dei tassi, si può affermare che questo sia una realtà per quasi tutti gli istituti di credito: lo spread è cresciuto di circa due punti nell'arco di un anno. Fanno eccezione Barclays, Cariparma, IwBank e Webank, che ultimamente hanno ridotto i costi.
Ma le banche respingono al mittente l'accusa di attuare forme di credit crunch (contrazione del credito). In generale, gli istituti stanno rivedendo la propria offerta nel settore mutui, orientandosi verso la semplificazione. Si propone al cliente un "pacchetto base", rispetto al quale si possono personalizzare il tasso, le coperture assicurative, il grado di flessibilità, la durata e le garanzie accessorie. Tutti questi aspetti possono essere valutati dall'aspirante mutuatario in base alla propria disponibilità economica.
Un'altra controtendenza del mercato si registra nell'apertura verso i giovani fino a 30 anni e, più in generale, verso soggetti con situazioni lavorative atipiche. A questo target sono dedicate offerte che prevedono la possibilità di sospendere le rate per qualche mese, più volte durante l'intera durata del mutuo. Oppure, ancora, l'opportunità di rinegoziare la durata del finanziamento. Vista l'incertezza della situazione economica, si assiste anche a un ritorno ai mutui a tasso fisso (spesso con offerte limitate nel tempo da parte delle banche).
Sembra dunque abbastanza calzante l'opinione di Anna Laffranco, dirigente dei finanziamenti a medio e lungo termine di Banca Carige. "In realtà, negli ultimi mesi i finanziamenti che nel complesso abbiamo erogato alla clientela sono aumentati. Sono sì diminuiti i mutui, ma perché ce ne chiedono meno", sostiene Laffranco. "Il problema è dovuto all'incertezza delle famiglie, che vivono con apprensione anche il problema del lavoro".