La delicata situazione greca ha fatto temere una nuova crisi finanziaria. Ma la destabilizzazione creata dai
mutui casa sub-prime innescata negli Usa - estesa poi a tutti i Paesi anglosassoni e a quelli con un sistema bancario 'americano' - sembra ben lontana dalla condizione attuale. C'è infatti stato un lungo periodo nel quale gli americani usavano i
mutui casa per fare liquidità, con una indebitamento privato pari al 100%.
I consumatori degli Stati Uniti sfrenati nelle spese, spinti dai bassi prezzi del petrolio e dei tassi di interesse, utilizzarono il rifinanziamento dei loro mutui casa come un conto deposito. Con il default della Lehman Brother, il 15 settembre 2007 si concretizzò una crisi di deflazione del debito innescata da una maxibolla speculativa e il collasso delle attività bancarie basate sui mutui casa sub-prime.
Oggi, invece, la situazione greca ha spinto la Banca centrale europea (Bce) a tenere gli Euribor -
i tassi variabili dei mutui casa - sui minimi storici: il tasso a un mese è passato da 0,405% a 0,411%, quello a 3 mesi da 0,646% a 0,659%, quello a 6 mesi dallo 0,958% allo 0,967 per cento.
La situazione generale attuale sembra essere ben diversa rispetto al settembre 2007, non esiste il rischio di un congelamento dei mercati interbancari, la liquidità presente sui mercati è di gran lunga più ampia e sono già in atto misure che in caso di necessità la Bce saprà come affrontare.
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