Italia, paese imprevedibile e contraddittorio. Straordinario, ma tante volte vorremmo che fosse un po' più normale, citando Altan. La crisi economica affligge le famiglie italiane e la compravendita delle case fa registrare negativi da record, per non parlare delle richieste e delle assegnazioni di mutui che sono calate drasticamente nella prima parte del 2013. In questi giorni è circolata però la paradossale notizia per cui in Italia ci sarebbero circa 3,5 milioni di case sfitte, lasciate vuote per gran parte dell'anno. A dirlo uno studio di Halldis che pone il Bel Paese al top di questa classifica in Europa.
Un primato di cui non andare fieri, se si interpretano bene questi numeri. Infatti se si sfruttasse bene il patrimonio di seconde case in Italia "si potrebbe generare un fatturato del settore extra alberghiero di 16 miliardi di euro rispetto ai 6,6 miliardi attuali - secondo lo studio Halldis - Il ricavo lordo potenziale per ogni famiglia che mettesse un immobile a disposizione ammonterebbe a 10.000 euro annui". Un tesoretto che permetterebbe di coprire ampiamente i costi di gestione della casa.
Uno spreco quindi non indifferente se si pensa che per molti italiani la seconda casa risulta un lusso se non una chimera. Forse la rimodulazione dell'Imu 2013 attesa per i prossimi mesi indurrà i proprietari più "pigri" ad affittare la propria casa per ammortizzare costi che potrebbero aumentare in modo cospicuo.
Sul sito di Repubblica è intervenuto il docente dell'Università Bocconi, Giacomo Morri, che ha dichiarato: "Lo studio Halldis è corretto e i risultati si spiegano con un motivo culturale. In Italia chi compra le seconde case è abituato a tenerle a propria disposizione, sfitte, perché in passato era una strategia conveniente. Ora non lo è più. Prima costava poco mantenere una seconda casa, ora le tasse sono più alte. Inoltre era un investimento sicuro, che si rivalutava molto, ma ora non è più così vero".