Cartolarizzazione dei mutui subprime: cosa significa questa espressione? Prima di comprendere il significato dell'intera frase è forse il caso di scorporare i due concetti e argomentarli separatamente. Intanto diciamo che la cartolarizzazione dei mutui subprime eseguita a partire dai primi anni di inizio millennio ha giocato un ruolo chiave per la nascita della crisi economica mondiale che tutt'oggi condiziona gli equilibri internazionali.
Prima di provare a dare una definizione a questo fenomeno e di capirne a pieno il meccanismo, dobbiamo però spendere due parole per capire cosa sono i mutui subprime.
I mutui subprime sono finanziamenti concessi a soggetti che, per le loro caratteristiche di reddito e affidabilità creditizia, non possono accedere ai mutui ai normali tassi di mercato. Essendo quindi più rischiosi per le banche, i tassi di interesse sui mutui subprime sono particolarmente alti e per nulla convenienti.
I mutui subprime sono finanziamenti rischiosi, sia per le banche che per i richiedenti. Le prime devono infatti fare i conti con alte probabilità di insolvenza da parte del cliente. I secondi devono invece farsi carico di tassi di interesse davvero impegnativi.
Cartolarizzazione dei mutui subprime: il meccanismo
Come dicevamo, il settore mutui è stato uno di quelli che più di ogni altro ha pagato la regressione economica. Il comparto sta dimostrando solo negli ultimi mesi segnali di ripresa incoraggianti: i tassi d'interesse sono in calo, le domande sono in aumento e i volumi crescono. Inoltre, nuove soluzioni creditizie permettono ai consumatori di scegliere tra una gamma più ampia di alternative e porre i mutui proposti dal mercato e confronto diventa una vera e propria necessità per orientarsi al meglio nel settore senza disorientarsi.
La cartolarizzazione dei mutui subprime e il mercato secondario
Oggi il mercato è diventato più liquido, concorrenziale e ricco di alternative, anche grazie a una partecipazione sempre più dinamica del web. Bastano pochi secondi per informarsi su Barclays e le sue proposte di mutuo, quelle di Cariparma, Mutuo Arancio e degli altri istituti del settore. Tutto è più a portata di consumatore, più personalizzabile, più virtuale. La cartolarizzazione dei mutui subprime alimentata tra il 2000 e il 2007 è stato il processo che ha gettato le basi per la creazione di un mercato secondario dei crediti, che da lì a poco ha modificato l'assetto globale. Ma andiamo con ordine.
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Cos'è la cartolarizzazione dei crediti?
Cerchiamo prima di capire cos'è la cartolarizzazione nel vero senso della parola. Supponiamo che il mio amico Pino venga da me a chiedermi un prestito da 5.000 euro. Supponiamo anche che il mio amico Pino non abbia un profilo creditizio particolarmente affidabile e la cosa, ovviamente, non mi rende particolarmente tranquillo. Le cose cambiano, però, nel momento in cui scopro che il credito che vanterò verso Pino potrà essere immesso su un apposito mercato secondario. In che modo? Il credito che vanto verso Pino verrà rappresentato da un titolo obbligazionario.
Il bene – in questo caso il debito-credito di 5.000 euro – viene ceduto a specifiche società definite Special Purpose Vehicle (SPV), abilitate ad emettere obbligazioni che incorporano il credito ceduto. Tale titolo obbligazionario viene quindi immesso sul mercato secondario dove, chi lo acquisterà, posserrà il diritto di rimborso del prestito più gli interessi stabiliti. In pratica, spendendo 5.000 euro, l'acquirente ne riceverà nel tempo, poniamo, 5.500, frutto di un interesse del 10%.
Cosa sono i mutui subprime? Cartolarizzazioni Immobile
Per mutuo subprime si intende un finanziamento concesso per l'acquisto di un bene immobile a un soggetto bancario che si colloca al di sotto della prima fascia di reddito (sub-prime, appunto) e che, dunque, non offre solide garanzie di restituzione del debito. In questi casi, trattandosi di operazioni a più alto rischio di investimento, saranno previsti tassi d'interesse più alti.
E qui l'inghippo: il credito maturato nei confronti di Pino e poi immesso sul mercato rappresenta un investimento redditizio, trattandosi di un credito con un ottimo margine di guadagno. Allo stesso tempo, però, i rischi di insolvenza rendono l'investimento pericoloso e non esiste una garanzia che Pino sia realmente in grado di (o intenzionato a, vatti a fidare degli amici) restituire il denaro.
I mutui subprime, l'America, la Grecia e Tsipras
La crisi economica degli anni 2000 è un 'prodotto d'importazione' degli Stati Uniti. Il mercato dei derivati, di che ha avuto nelle cartolarizzazioni dei mutui il prodotto più diffuso, è andato incontro a un progressivo processo di de-regolamentazione dei mercati da cui sono scaturiti ulteriori mercati di derivati di derivati, in un sistema basato sul principio del too big to fail: le banche che sorreggono il sistema economico sono troppo grandi per fallire. In breve, una grossa mole di titoli dipendeva, in un modo o in un altro, dall'andamento dei mutui subprime, prodotti instabili e aleatori e che alimentavano l'economia reale. Poi lo scoppio: le banche non sono state in grado di recuperare i crediti, sono crollate, la globalizzazione ha importato la crisi in Europa.
E la Grecia? Che c'entra con gli Stati Uniti? Era il 2001 quando il Governo greco si affidò al colosso finanziario della Goldman Sachs per truccare il proprio debito pubblico in modo da rientrare nei parametri previsti dall'Unione Europea. L'accordo prevedeva che la banca facesse 'sparire' 2,8 miliardi di euro di debito pubblico. Come? Attraverso uno scambio di flussi di cassa (swap): la quota di debito in eccesso venne denominata in dollari e yen giapponesi e quindi convertita in un prestito in euro, con un cambio arbitrario e fittizio. In pratica, la banca americana prestava sottobanco 2,8 miliardi di euro alla Grecia senza che la quota risultasse in bilancio. Ma a rischiare per il default greco non era Goldman Sachs bensì gli investitori che si erano accaparrati il debito greco sottoforma, indovinate un po', di derivati.
Per pagare il primo swap ne fu sottoscritto un secondo, e siamo nel 2005, il debito salì a 5,1 miliardi, il reddito pro capite ellenico schizzò su soglie di benessere mai conosciute prima, fino allo scoppio della bolla greca, inaugurata quando, nell'autunno del 2009, il leader nazionale George Papandreu rivelò il bluff. I titoli di stato crollarono a picco, l'Europa concesse un prestito da 110 miliardi di euro per salvare Atene, a patto che venisse varato un piano di austerità, che significava blocco alla spesa pubblica, in un Paese già economicamente paralizzato. Lì sono state gettate le basi per ciò che la storia vive oggi, con Tsipras che si prende lo scettro, il referendum popolare, la Grecia che esce dall'Euro.
Conclusioni sulla Cartolarizzazione
Vediamo di elaborare una risposta semplice alla domanda di incipit: cos'è la cartolarizzazione dei mutui subprime? È la cessione sul mercato derivato del credito che la banca (io, nell'esempio) ha maturato nei confronti del richiedente (Pino). Il credito, nella fattispecie, consiste in un mutuo che presenta tassi d'interesse mediamente più alti che rendono il prodotto, allo stesso tempo, conveniente e rischioso.