Il Governo ha dato la fiducia alla Camera sul decreto Ronchi, il cosiddetto decreto legge salva-infrazioni per l'attuazione di obblighi comunitari, già approvato dal Senato e che contiene la contestata norma sulla riforma dei servizi pubblici, compresa la liberalizzazione dell'acqua.
Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 24 novembre per non decadere. La norma contestata dall'opposizione fa riferimento all'articolo 15 che liberalizza i servizi pubblici locali. Vale a dire che le gare pubbliche diventano la norma per l'affidamento dei servizi da parte delle amministrazioni. Le gestioni frutto di affidamento in house cessano in data 31 dicembre 2010, le società partecipate possono mantenere i contratti stipulati senza gara formale fino alla scadenza nel caso in cui le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale.
Differente situazione per le società quotate che hanno tre anni in più per adeguarsi a condizione che abbiano almeno il 40% di quota di partecipazione pubblica al 30 giugno 2013, che scenderà al 30% nel 2015. L'opposizione è insorta contro la decisione del governo con il timore che l'affidamento ai privati del servizio idrico possa portare ad un incremento tariffe, anche se la proprietà della rete viene mantenuta pubblica.
Marina Sereni del Pd sottolinea 'si sarebbe arrivati ad un voto unanime su questo provvedimento se il governo avesse eliminato dal decreto l'articolo sui servizi pubblici locali che non ha il coraggio di discutere né di spiegare alla gente'. 'Di fronte agli attacchi contro l'ambiente e contro il patrimonio di tutti è necessaria una forte mobilitazione popolare', dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. Anche la Lega è insoddisfatta per le norme sull'acqua previste dal decreto Ronchi e Marco Reguzzoni sottolinea 'la fiducia impedisce di migliorare ulteriormente il testo.
Presenteremo un ordine del giorno e lavorando con il governo lo renderemo più aderente alle aspettative degli amministratori locali del Nord'. Secondo i dati Federutility - che riunisce 550 aziende italiane dell'acqua ed elettricità - contenuti nel Blue Book 2009, sintesi della situazione dei servizi idrici nel Paese, l'Italia ha le tariffe dell'acqua tra le più basse del mondo. Quest'anno la tariffa media è risultata pari a 1,29 euro al metro cubo. Vale a dire che a Roma una famiglia di tre componenti paga 177 euro per un consumo medio annuo di 200 mc di acqua, a Tokyo per lo stesso consumo si paga un importo di 280 euro, a San Francisco circa 400 euro, fino agli 800 di Zurigo e ai 980 di Berlino.
La questione del possibile rialzo delle tariffe è uno degli aspetti sollevati proprio fra chi si dichiara contrario alle norme sulla privatizzazione dell'acqua.