La prestazione in termini di energia degli edifici rappresenta uno dei capitoli cruciali all'interno del dibattito politico economico internazionale. Il perseguimento di una città ecosostenibile, costituita cioè da strutture pubbliche e private a costo zero, quindi alimentate con l'energia ricavata dalle fonti rinnovabili, dovrebbe rappresentare una priorità per i governi mondiali. Il Novecento sarà ricordato certamente per la diffusione dell'energia elettrica ma anche per la forte dipendenza energetica dei centri urbani dalle grandi centrali , monopolio, sin dagli albori dell'era elettrica , delle grandi lobby industriali del pianeta.
L'attuale sistema energetico nazionale ed internazionale, riflette ancora il prototipo novecentesco appena descritto. Tuttavia, l'uomo possiede, per la prima volta, i mezzi e le conoscenze tecnologiche necessarie per progettare e costruire edifici autosufficienti che non dipendono da fonti energetiche esterne(l'Italia importa secondo Eurostat , l'81% del suo fabbisogno dall'estero). Finalmente, le nostre città possono diventare (lo auspichiamo) produttori e non importatori di energia. Ciò nonostante, per realizzare tali propositi, bisognerà compiere una vera e propria rivoluzione copernicana nell'ambito della produzione di energia elettrica: i centri urbani e soprattutto le comunità di cittadini(dal condominio, al quartiere e cosi via), dovranno rappresentare il centro del sistema -energia e non più la periferia.
Di queste tematiche e di molto altro ancora, se ne sta parlando in questi giorni a Milano durante la manifestazione "Innovation Cloud" il salone delle energie rinnovabili a Fiera Milano. Sulle basi del "Nextbuilding" il nuovo criterio di riferimento dell'Ue per l'edilizia e l'architettura sostenibile, entro la fine del 2020, ma già dalla fine del 2018 per quelli pubblici o ad uso pubblico, ogni nuova costruzione in Europa dovrà essere a energia quasi zero.
Un processo di trasformazione molto simile dovrà comunque essere avviato anche per il patrimonio edilizio esistente. ''Oltre al beneficio economico dato dal risparmio sulle bollette per i proprietari degli immobili - ha detto Lorenzo Pagliano del Politecnico di Milano, coordinatore di Nextbuilding -, investire in questa nuova edilizia porterà vantaggi per l'economia nazionale, sotto forma di minori importazioni d'energia e di un aumento dell'occupazione nel settore''. Attualmente ,lo ricordiamo, gli edifici sono responsabili di circa il 40% del totale dei consumi energetici in Europa. Inoltre non è mai poco sottolineare come le attuali forme di produzione di energia sono fortemente inquinanti rispetto a quelle prodotte da fonti rinnovabili.
Ma quali sono i termini della direttiva europea e ribadita in questi giorni anche all' Innovation Cloud, riguardanti la Prestazione energetica nell'edilizia? E quali sono, i parametri per calcolarla? Vediamo brevemente i punti fondamentali.
Gli Stati membri devono adottare, a livello nazionale o regionale, una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici che tiene conto di determinati aspetti, tra cui:
- le caratteristiche termiche dell'edificio (capacità termica, isolamento, ecc.);
- l'impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda;
- gli impianti di condizionamento d'aria;
- l'impianto di illuminazione incorporato;
- le condizioni climatiche interne.
Va anche tenuto conto di altri vantaggi come le condizioni locali di esposizione al sole, l'illuminazione naturale, i sistemi di cogenerazione dell'elettricità e gli impianti di teleriscaldamento o telerinfrescamento urbano o collettivo.