Se gli utenti possono destreggiarsi, con l'aiuto dei comparatori di tariffe, tra le offerte di Acea, Edison, Enel, A2A, ecc. risparmiando molto, le piccole e medie imprese spesso spendono cifre considerevoli per la bolletta dell'energia elettrica.
Risparmiare sulle tariffe dell'energia elettrica con un taglio alle bollette del 10% rappresenterebbe per le piccole e medie imprese un risparmio fino a 1,5 miliardi di euro. La bolletta complessiva italiana (imprese e famiglie) è di 44 miliardi, di cui 14 sono spesi dalle Pmi.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato di «una diminuzione della bolletta energetica per le piccole e medie imprese del 10 per cento a partire dal primo maggio», il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi invece ha già messo le mani avanti, spostando il taglio in bolletta alla fine dell'anno.
La domanda ovviamente è: dove recuperare i fondi per effettuare questi tagli alle imprese? Probabilmente, e forse è questo che ha spinto il Ministro Guidi a rallentare i tempi, il Governo vorrà agire tagliando sovvenzioni, incentivi, aiuti vari alle grandi imprese a tutti i livelli.
L'idea è quella di una spending review che vada a intaccare tutti gli oneri impropri che pesano sulle bollette. Verranno presi in considerazione probabilmente i produttori di energia rinnovabile. Un'ulteriore taglio agli incentivi? Oppure i produttori di energia in proprio (come i proprietari di impianti fotovoltaici), che si staccano dalla rete, verranno obbligati a pagare comunque gli oneri per la stabilità della rete.
Come è stato confermato, invece, verranno ridotti gli incentivi e le agevolazioni ai cosiddetti energivori, con un guadagno per l'erario di 600 milioni. Inoltre potrebbe essere rivisto il concetto stesso di energivoro: ora vale per le imprese che hanno una bolletta elevata, indipendentemente dal fatturato. Potrebbe essere invece legato proprio al fatturato.
Altri tagli potrebbero colpire i fondi destinati alle imprese che garantiscono il meccanismo dell'interrompibilità. Si tratta di società con alti consumi energetici che però ricevono denaro per essere disponibili a vedersi staccare dalla rete in caso di emergenza. Un meccanismo di sicurezza che si è rivelato essenzialmente inutile negli ultimi anni, costandoci diversi milioni di euro.