Grazie alla liberalizzazione del mercato energetico, i consumatori italiani hanno a disposizione nuove opportunità di risparmio. Dedicando del tempo al confronto delle tariffe di energia elettrica più vantaggiose, infatti, è possibile individuare l'operatore che, pur garantendo un servizio di qualità, ci permetta anche di risparmiare sulle bollette. Proprio per questi consumatori, il decreto-spalma incentivi potrebbe rivelarsi utile, contribuendo alla riduzione degli importi delle bollette elettriche, anche se ancora non è ben chiaro quali effetti sortirà sul settore del fotovoltaico.
Per fare luce su una questione di notevole complessità come questa, SuperMoney ha realizzato un Hangout in diretta con la docente dell'Univesità di Salerno Ornella Malandrino. Si tratta di un innovativo progetto di interviste realizzate in collaborazione con esperti dei vari settori, alle quali gli ascoltatori da casa possono partecipare attivamente postando domande e commenti in diretta.
Con l'aiuto della professoressa, abbiamo cercato di spiegare ai consumatori in ascolto in cosa consista il tanto discusso decreto spalma-incentivi e di capirne la reale utilità per il fotovoltaico italiano. Un settore, peraltro, che ancora non ha raggiunto la piena maturità e autonomia, nonostante gli incentivi previsti dalle cinque versioni del Conto Energia avessero contribuito a favorire la costruzione di nuovi impianti a partire dal 2005.
Nello specifico, il decreto spalma-incentivi "ha allungato la vita utile dell'incentivo, ovvero lo ha spalmato dai vent'anni attuali a ventiquattro anni", spiega la prof.ssa Malandrino. Il contributo, attenzione, non riguarda però l'investimento sostenuto per la costruzione dell'impianto, ma solo il prezzo dell'energia elettrica prodotta. È questo un grave handicap del decreto, dal momento che ciò non invoglia minimamente investitori italiani e stranieri a realizzare nuovi impianti.
L'art. 24 del decreto spalma-incentivi prevede inoltre il pagamento di parte degli oneri di sistema anche sull'energia auto-consumata, un fatto che scoraggerà senz'altro l'auto-produzione. "In un mercato liberalizzato ognuno può fare ciò che desidera. - commenta la prof.ssa Malandrino - Bisognerebbe quindi realizzare quelle condizioni di liberalizzazione del mercato che consentono al consumatore di scegliere liberamente e non appesantire il costo dell'energia elettrica che si paga o appesantire ciò che dobbiamo per auto-produrre energia."