In tempi di rincari sulla bolletta gas, la separazione di Snam da Eni potrebbe essere una boccata d'ossigeno per i consumatori. Disposto con il decreto sulle liberalizzazioni, il cosiddetto Cresci-Italia, il passaggio di Snam alla Cassa Depositi e Prestiti è ormai definitivo.
Snam è la holding proprietaria della rete gas, che gestisce il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione del gas. Eni ha completato, come previsto, le operazioni finanziarie necessarie per agevolare la transizione e l'amministratore delegato Paolo Scaroni ha dichiarato di voler rinunciare anche al 5% che spetterebbe di diritto al "cane a sei zampe".
Piccola frecciata al Governo, che ha rischiato di azzoppare l'autonomia appena guadagnata da Snam. Nella penultima bozza del decreto sulla spending review era previsto il blocco assoluto per un anno di tutte le tariffe regolate dall'Aeeg, comprese ovviamente quelle per il trasporto e la distribuzione del metano, fondamentali per il piano industriale di Snam. Il provvedimento è stato cancellato all'ultimo momento.
Scaroni ha tirato le orecchie al Governo, richiamandoli sugli effetti che tali notizie potrebbero avere sul mercato, anche senza l'ufficialità. L'importante, ha sottolineato l'ad di Eni, è non ripetere l'errore riguardo al possibile ingresso dei Fondi Sovrani nell'azionariato di Snam. Il loro ruolo (e quindi il loro peso nelle future politiche aziendali) non è ancora chiaro, per questo Scaroni ha auspicato coerenza nelle decisioni del Governo per tutelare gli interessi del Paese e attirare la fiducia degli investitori.