Da un rapporto dell'Authority per l'energia emerge un effetto perverso delle Robin Tax, la addizionale IRES introdotta da Giulio Tremonti nel 2008 e che doveva servire a tassare le plusvalenze delle compagnie petrolifere realizzate sugli stock comprati a basso prezzo. La tassa verrebbe in sostanza ad essere caricata sulle spalle dei consumatori, attraverso un aumento del prezzo del carburante e delle bollette di gas e luce.
La legge vieta agli operatori dell'energia di traslare l'onere della maggiorazione d'imposta sui prezzi al consumo. Ciò nonostante l'Authority ha riscontrato nel comportamento di ben 199 operatori (in totale sono 476) qualcosa di sospetto: un incremento di circa 1,6 miliardi di euro dei margini "dovuti all'effetto prezzo e tali da costituire una possibile violazione del divieto di traslazione".
Dei 199 operatori beccati con le mani nel sacco, 105 appartengono al settore energia elettrica e gas e 94 a quello petrolifero. L'Authority in pratica ritiene che questi operatori "recuperino la redditività sottratta dal maggior onere fiscale, aumentando il differenziale tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita". La condotta in questione viene definita dall'Authority come illegale perché infrange il divieto di traslazione "creando uno evidente svantaggio economico per i consumatori finali".
L'Authority, tuttavia può solo limitarsi a prendere atto di questo comportamento e non può in alcun modo sanzionarlo, trattandosi di una autorità di vigilanza del tutto sprovvista di poteri sanzionatori, così come chiarito dal Consiglio di Stato.