Il termine povertà energetica, o fuel poverty, nasce in Gran Bretagna negli anni '80; cominciò ad essere usato in quel periodo per indicare la condizione di quelle famiglie che non riuscivano con il loro reddito a sostenere tutte le spese energetiche necessarie per la propria casa. Si tratta di un fenomeno tuttora in espansione, tanto nel Regno Unito quanto nel resto d'Europa, Italia compresa.
Ad oggi si discute ancora su quale sia la definizione più corretta di 'povertà energetica'. In Gran Bretagna, ad esempio, si parla attualmente di fuel poverty per quelle famiglie in cui si verificano le seguenti condizioni:
- la loro spesa per l'energia è più alta della mediana nazionale;
- se spendessero quanto sarebbe necessario per le loro esigenze energetiche, scenderebbero al di sotto della soglia di povertà.
Fino a qualche anno fa, invece, il governo britannico riteneva in povertà energetica una famiglia con una spesa per l'energia superiore al 10% del reddito annuale.
Qualunque sia la definizione migliore, il fenomeno che si vuole descrivere colpisce un numero crescente di persone: circa 2 miliardi in tutto il mondo, con le situazioni più gravi nell'Africa Subsahariana, in India e nel Sud-Est Asiatico. In Europa il maggior numero di 'precari energetici' si trova soprattutto in alcune nazioni balcaniche ed in quelle ex-URSS, ma anche nel nostro paese, come vedremo nel prossimo paragrafo, sono molte le famiglie coinvolte dal problema.
Povertà energetica, la situazione italiana
In Italia il numero delle persone che si trovano in uno stato di povertà assoluta ha avuto negli ultimi anni una crescita preoccupante: da 1,8 milioni nel 2007 a 4,5 milioni nel 2015. Di conseguenza, sono sempre di più le famiglie che faticano a venire incontro alle loro spese per la luce ed il gas, ritrovandosi quindi in condizioni di povertà energetica.
Redditi bassi a causa della crisi e case poco efficienti rendono l'approvvigionamento energetico troppo oneroso per tantissime persone, tanto che solo nel 2013 ben 1,8 milioni di famiglie hanno ricevuto una minaccia di sospensione della fornitura elettrica a causa di mancati pagamenti.
Si tratta quindi di un problema sempre più sentito, e infatti proprio a febbraio di quest'anno è stato presentato il primo rapporto "FuelPoverty ed efficienza energetica", curato da AiCARR, Federesco e alcune associazioni di consumatori.
Durante la conferenza di presentazione(svoltasi alla Sapienza di Roma) sono state anche proposte alcune possibili soluzioni, come l'allargamento del Bonus Energia ad un maggior numero di cittadini, o la creazione di un Fondo nazionale per finanziare i tanti interventi di efficientamento energetico di cui avrebbe bisogno il parco edilizio italiano. Il viceministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova ha sottolineato inoltre l'importanza di creare un mercato delle offerte luce e gas efficiente e altamente concorrenziale, che porti a prezzi più bassi per tutti.
Alla conferenza ha partecipato anche il Banco dell'Energia Onlus, l'ente non profit promosso da A2A che si prefigge lo scopo di combattere la povertà energetica.
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L'iniziativa del Banco dell'Energia contro la povertà energetica
Proprio in questi mesi il Banco dell'Energia,in collaborazione con la Fondazione Cariplo, sta raccogliendofondi destinati al bando "Doniamo Energia", che finanzierà progetti per aiutare i nuclei familiari in difficoltà con le spese quotidiane. Gli interventi, per questa prima iniziativa limitati alla regione Lombardia, verranno svolti sul territorio dalle associazioni non profit selezionate tramite il bando: alle famiglie coinvolte sarà innanzitutto dato un sostegno per le spese più urgenti – come le bollette, di qualsiasi operatore energetico – cercando poi di trovare delle soluzioni per il reinserimento lavorativo e sociale.
L'originalità dell'iniziativa è data anche dalla possibilità di fare beneficienza attraverso la propria bolletta luce e gas: i clienti A2A Energia possono infatti aderire attraverso il meccanismo della donazione continuativa in bolletta, donando 19 euro l'anno (l'equivalente di due settimane di luce per una famiglia media) attraverso l'addebito mensile sulle bollette. Può ovviamente partecipare, tramite donazione libera con bonifico o carta di credito, anche chi non è cliente A2A, e per le aziende che volessero aderire il Banco ha previsto diversi attestati di partnership (Silver, Golden e Platinum) a seconda dell'entità del contributo.
I fondi raccolti verranno poi 'raddoppiati' prima da A2A e poi dalla Fondazione Cariplo, fino a raggiungere la quota di due milioni di euro.