Nell'ottobre 2012 si è diffusa la notizia dell'invenzione di un nuovo metodo per ottenere l'incremento dell'efficienza dei pannelli fotovoltaici a concentrazione. Il metodo è stato sperimentato da un'azienda spagnola, l'Instituto Holografico Andaluz. I pannelli fotovoltaici olografici sfruttano le caratteristiche proprie dei sistemi ottici basati sulla tecnica olografica. Allo strato di silicio dei pannelli si applica in sostanza una lamina olografica.
Questa lamina è realizzata mediante l'impiego di due raggi laser monocromatici che modellano in pratica una resina fotosensibile: in tal modo si ottiene un sottile strato di resina dotato di reticoli multipli e di un elevato angolo di inclinazione. In parole povere questo strato di resina sovrapposto a quello di silicio ha l'effetto di incrementare le capacità di assorbimento dei pannelli fotovoltaici e dunque migliora notevolmente la resa energetica degli stessi. Mentre i pannelli fotovoltaici tradizionali hanno difatti una resa energetica pari al 17% circa, quelli realizzati con l'applicazione di olofilm in resina raggiungono un livello di efficienza del 28%.
La notizia è che a quanto pare due società, la tedesca Apollon GmbH e l'americana Solar Bankers, sarebbero in procinto di avviare la produzione dei panelli fotovoltaici con lamina olografica, dopo i confortanti risultati sulla loro resa energetica ottenuti dal prototipo realizzato in terra iberica dall' Instituto Holografico Andaluz. Questa notizia non potrà non avere ripercussioni sul mercato del fotovoltaico ed inevitabili conseguenze nei confronti di quelle realtà che producono e commercializzano i pannelli fotovoltaici tradizionali.
C'è da sperare che le imprese italiane del settore abbiano già provveduto ad avviare analoghe sperimentazioni sulla nuova tecnologia applicabile al fotovoltaico, perché in caso contrario il risultato nel medio periodo sarebbe devastate dal punto di vista economico, con una perdita consistete della fetta di mercato da esse controllata.