Uno studio pubblicato dall'Osservatorio di SosTariffe.it, evidenzia che gli italiani guardano ancora con molto sospetto la liberalizzazione energetica. Sia per l'energia elettrica, sia per il gas restano legati alle tariffe dettate dall'Autorità per l'energia e continuano a essere riluttanti a cambiare fornitore.
Energia elettrica
Si legge nello studio che fino al 2012, cioè cinque anni dopo l'inizio del processo di liberalizzazione energetica, sul mercato libero dell'energia elettrica si contava il 21,8% delle famiglie. E, nello stesso anno, la propensione a cambiare fornitore (il cosiddetto switching), in Italia si attestava al 7%.
Se si fa il raffronto con il Belgio, il Paese europeo che ha uno switching del 14%, cioè il doppio di quello italiano, ci si rende conto che da noi il mercato concorrenziale è molto meno competitivo. Da questi dati si evince che in Italia non c'è ancora la giusta consapevolezza dei vantaggi che può dare la liberalizzazione energica. Lo stesso Osservatorio ha calcolato che in Italia, passando a un fornitore del mercato libero, una famiglia può risparmiare mediamente il 14% di energia elettrica.
Liberalizzazione energetica e gas
Se nel 2012 il 21,8% delle famiglie si era spostato nel mercato libero dell'energia elettrica, le cose non andavano meglio nel gas. Infatti, il mercato libero del gas a fine 2011 è stato scelto solo dal 10,9% circa delle famiglie. Nel 2012 l'indicatore di switching era del 5%, dodici punti percentuali in meno rispetto al Paese primo in questa classifica, l'Irlanda.
E pensare che la liberazione energetica in questo settore ebbe inizio nel 2003. Negli ultimi anni si è registrato un aumento degli utenti che decidono di passare al mercato libero, ma siamo sempre lontani dalle cifre che si registrano nei Paesi più avanzati come quelli scandinavi, dove la convenienza è sicuramente maggiore di tutti gli altri Paesi Europei.
La liberalizzazione energetica e gli italiani
Facendo una sintesi dei dati messi a disposizione dall'Osservatorio si può concludere che gli italiani non si fidano molto ad abbandonare il certo per l'incerto. Lasciare un mercato conosciuto e collaudato per un mercato libero dove le tariffe applicate sovente oscillano secondo gli umori del mercato globale, non è un passo che l'italiano affronta volentieri.
Tanta diffidenza può essere imputata anche ad un numero eccessivo di offerte del mercato libero dell'energia. I consumatori potrebbero trovare difficile districarsi tra le varie opzioni offerte per fasce orarie, scaglioni, ecc.