La lavastoviglie è quello strumento che, dal momento della sua invenzione nel 1887 da parte di una facoltosa donna americana, Josephine Cochrane, e della sua presentazione al pubblico alla Fiera di Chicago del 1893, non fa che migliorare la vita di tutti i giorni. Per prima cosa perché fa risparmiare tempo alle casalinghe, che invece di lavare i piatti li mettono in una macchina che lo fa per loro, e poi perché, se usata nel modo corretto, fa risparmiare energia. Perché in una casa il discorso dell’energia è fondamentale, e in nessun modo va sprecata. Se si vuole risparmiare energia casalinga, ci si può informare sulle migliori tariffe di luce e gas presenti sul mercato, e scegliere quella più vantaggiosa.
Se invece si parla di energia fisica, tutti sappiamo che facendo bene un lavoro fin da subito, eviteremo di pagarne le conseguenze più avanti. E questo Josephine Cochrane lo sapeva bene: non poteva ancora informarsi su Acea Energia e le sue tariffe, né confrontarle con quelle di Eni, Edison, Illumia e via dicendo, ma comunque decise di inventare la lavastoviglie per evitare che i suoi numerosi domestici scheggiassero le sue preziose porcellane lavando i piatti a mano.
Lo studio accademico sulla lavastoviglie
Facendo un salto nel presente, all’Università di Birmingham il dottor Pérez-Mohedano e il suo team di collaboratori hanno di recente condotto uno studio su come caricare la lavastoviglie nel modo migliore, per far sì che i piatti vengano veramente puliti ed evitare quindi di fare un lavaggio a vuoto, come si dice, sprecando tempo ed energia.
Bisogna disporre i piatti in cerchio
Innanzitutto lo studio, pubblicato sul Chemical Engineering Journal, sostiene che spesso piatti sporchi e spreco d’acqua siano dovuti alle informazioni (scorrette) contenute nei libretti d’uso dei costruttori di lavastoviglie. Ecco qual è la soluzione: caricarla seguendo una disposizione circolare dei piatti.
Il motivo è dovuto al fatto che macchie di cibo diverse richiedono un diverso apporto di calore e acqua. Stoviglie sporche di residui di carboidrati, quindi, come la pasta, dovranno essere poste al centro del cestello della lavastoviglie perché necessitano di un lavaggio più intenso, mentre quelle con residui di proteine dovrebbero essere collocate, sempre seguendo la disposizione circolare, più esternamente, perché per venire pulite sono sufficienti getti d’acqua più lenti, dove il detergente agisce con più efficacia.
Contatto con l’acqua più prolungato
Perché l’acqua fuoriesce in modo circolare e quindi inevitabilmente nella lavastoviglie ci sono delle aree che beneficiano di un contatto con l’acqua più prolungato di altre. Il dottor Pérez-Mohedano ci tiene a sottolineare che ad esempio i residui di uova, per essere puliti al meglio, necessitano di una fase iniziale di idratazione, che si verifica all’inizio del ciclo di lavaggio di qualsiasi programma della lavastoviglie, e che la pulizia poi avviene grazie a reazioni di idrolisi che producono lo staccamento dello sporco dall’alto verso il basso.
Non sovraccaricare la lavastoviglie
Un consiglio, che sicuramente è utile, ma che altrettanto sicuramente stavamo già seguendo, è quello di non sovraccaricare la lavastoviglie, altrimenti, anche se caricata nel modo più efficiente possibile, i piatti non si lavano bene.