Sono molti gli italiani che si cimentano su diversi fronti per ottenere una riduzione significativa dei costi per la luce, ma non sempre ottengono risultati positivi. Le famiglie attirano a sè il 13% del consumo annuo di elettricità e questo si traduce in spese notevoli a livello di bollette, imponendo un continuo confronto tra i diversi fornitori per trovare quello che propone la migliore offerta luce sul mercato.
Interrogandosi su come risparmiare sul costo di luce e gas, alcune persone, dotate della disponibilità necessaria, optano per la soluzione del fotovoltaico, ma risultati tangibili si possono ottenere impegnandosi anche su altri fronti.
Il solo gesto di spegnere le luci quando si esce da una stanza, tenendo accese solo le fonti effettivamente usate, comporta già una riduzione dei costi legata all'eliminazione degli sprechi. Allo stesso modo, progettare l'illuminazione in modo intelligente, sfruttare il più possibile la luce solare e scegliere tappezzerie o tinteggiature in grado di diffondere la luce naturale, costituiscono accorgimenti utili al risparmio energetico.
Molto utile, quando possibile, è anche l'installazione di sistemi di controllo del flusso luminoso quali sensori di presenza, dimmer per variare l'intensità luminosa, interruttori crepuscolari o temporizzati e regolatori di flusso in grado di consentire un dosaggio della luce in base alle condizioni naturali: questi consentono un risparmio di energia elettrica pari al 50%.
A fare la differenza, per quanto concerne le pratiche domestiche più basilari, è la scelta delle lampadine.
I vecchi bulbi fluorescenti, che generano luce sfruttando appunto l'incandescenza di un filo di tungsteno attraversato dalla corrente elettrica, rappresentano la soluzione meno efficiente sotto questo profilo poiché comportano un'elevata dispersione di calore.
Molto più efficienti risultano le lampade fluorescenti, o a risparmio energetico che illuminano grazie ad una scarica generata da una differenza di potenziale tra due elettrodi immersi in un gas.
Il loro costo è maggiore rispetto a quello delle comuni lampadine, ma c'è un guadagno decisivo in termini di efficienza e di durata: un modello a fluorescenza può raggiungere le 10.000 ore di funzionamento (contro le 1.000 di un bulbo a incandescenza) e garantisce un consumo energetico inferiore.
L'assessorato all'Ambiente della Provincia di Bologna ha infatti stimato che la sostituzione di bulbi al tungsteno con lampadine a risparmio energetico in un appartamento standard composto da cucina, salotto, camera da letto, bagno e disimpegno permette di ridurre il consumo annuo di elettricità di circa il 75%.
È però richiesta una particolare attenzione nel momento in cui è necessario smaltire questi prodotti: la presenza di mercurio al loro interno li rende dei rifiuti potenzialmente pericolosi per l'ambiente e per la salute, di conseguenza non vanno gettati nei cassonetti della raccolta indifferenziata, ma è necessario rivolgersi alle isole ecologiche comunali.
Un'alternativa alle lampadine a fluorescenza è il sistema LED, o Light Emitting Diode, che si basa sull'emissione di fotoni da parte di diodi alimentati da un circuito elettronico e risponde all'esigenza di un consumo energetico minore.
Se confrontato con le tradizionali lampadine alogene, il risparmio ottenuto con questo sistema può toccare l'80-90% e la durata delle lampade può superare le 50.000 ore. Inoltre, i LED sono particolarmente resistenti e si degradano lentamente, riducendo progressivamente la loro funzionalità.
L'unico difetto attribuibile a questo tipo di lampade coinvolge l'eccesso di componente bianca o azzurra che rendevano generalmente più fredda la luce dei dispositivi a LED, ma questo è stato progressivamente ridotto.
Infine, per quanto riguarda lo smaltimento, si rendono necessari alcuni accorgimenti: poiché dotati di un sistema elettronico complesso, i LED non vanno gettati nella spazzatura, ma riconsegnati al negoziante o smaltiti attraverso il sistema comunale di raccolta dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE).