Gli impianti di energia eolica installati nell'Unione Europea segnano oggi un grande punto a loro vantaggio: il traguardo di 100 gigawatt di energia, cioè l'equivalente dell'energia generata da 39 centrali nucleari o da un treno di carbone lungo da Buenos Aires a Bruxelles.
La European Wind Energy Association ha dato questa notizia con grande soddisfazione, ma ha subito aggiunto che i rischi finanziari minacciano la crescita del settore. Christian Kjaer, amministratore delegato dell'associazione dei produttori europei del settore eolico, ha affermato: "Nelle ultime due settimane abbiano superato i 100 gigawatt di capacità installa in Europa", parlando a un piccolo gruppo di giornalisti. "Stiamo aggiungendo circa 10 gigawatt l'anno da un paio di anni e sarà all'incirca lo stesso quest'anno. Non posso dire se continuerà nel 2013. C'è troppa incertezza politica", ha concluso Kjaer.
Si cercano quindi nuovi investitori a lungo termine, tra cui fondi pensione e assicuratori. Il settore è in forte crescita e ad alta intensità di capitale, ma si trova di fronte a una sfida dopo che le banche hanno accorciato la scadenza dei prestiti e aumentato i costi. Sostanzialmente l'energia eolica non ha beneficiato dei bassi tassi di interesse e fermarsi adesso significherebbe rallentare moltissimo il settore.
Sul versante opposto, è stata proprio la crisi economica Ue con le sue misure d'austerità, che hanno introdotto modifiche rilevanti nelle politiche di governo per il finanziamento delle energie rinnovabili.
La maggior parte degli attuali 100 gigawatt sono prodotti da impianti in mare - detti anche offshore - il cui costo di installazione è stimato attorno ai 3-4 milioni di euro a megawatt, rispetto agli 1,2-1,4 milioni per le installazioni a terra. La soluzione più logica sembra quindi quella di aprire le porte e i terreni all'eolico, perché è pulito, inesauribile e conveniente.