In calo il mercato italiano dell'energia eolica, penalizzato ora anche dal Decreto varato dal Governo sull'incentivazione delle rinnovabili elettriche. A fare il punto sullo stato dell'energia del vento è il Politecnico di Milano con il Wind Energy report dell'Energy&Strategy Group. Dal rapporto emerge che la principale causa del ritardo italiano risiede nelle procedure burocratiche, troppo lente e costose.
Per approvare un progetto eolico sono necessari in media 4-5 anni, molto di più che nel resto dell'Europa. Ciò comporta inevitabilmente un aumento dei costi per le imprese e uno scarso investimento sull'innovazione tecnologica. L'Italia, infatti, è rimasta indifferente all'incremento mondiale delle dimensioni e delle potenze dei singoli aerogeneratori. E ciò nonostante il nostro Paese sia al settimo posto nel mercato mondiale dell'energia eolica, con 6,7 GW di potenza totale disponibile alla fine del 2011 e quasi 1 GW aggiunto lo scorso anno. A questi vanno aggiunti poi altri 220 MW installati nella prima metà del 2012.
Ad aggravare la situazione è ora l'inasprimento delle procedure burocratiche e il taglio degli incentivi, stabiliti dal recente Conto Quinto Energia del Governo sulle rinnovabili elettriche. Infatti, oltre al taglio di circa il 10% delle tariffe incentivanti, è previsto un complesso sistema di registri (per gli impianti tra i 60 KW e i 5 MW) e aste al ribasso(oltre 5 MW), che rischia di dilatare ulteriormente i tempi e di escludere dall'incentivazione una numero considerevole di installazioni.
Rientrano, invece, nella tariffa omnicomprensiva gli aerogeneratori di dimensioni ridotte, che potrebbero continuare nel trend positivo messo a segno nel corso del 2011. Il rischio, però, è che nei prossimi anni il mercato nazionale dell'energia del vento possa frenare ulteriormente. Secondo le previsioni, infatti, nel triennio 2013-2015, l'eolico italiano non dovrebbe superare gli 1,5 GW di nuova capacità installata, ossia circa la metà del trend raggiunto degli ultimi anni.